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16 Agosto
Levoca- Banskà Bystrica
I bagagli sono pronti, oggi si parte. In sala colazione, mentre sto versando il succo monti_tatrad’arancia nel bicchiere, muovo inavvertitamente la mano su cui si era posata una vespa e vengo punta…che dolore! Il guaio è che nel giro di mezz’ora il dito si gonfia moltissimo ed anche il dorso della mano. Preoccupata, entro in una vicina farmacia dove acquisto una pomata antistaminica. Finalmente siamo pronti per partire. Lasciamo la bella cittadina attraverso la porta di Kosice; costeggiamo per un bel tratto i bastioni, poi imbocchiamo la D1 in direzione Zilina. Il traffico è scarso, il paesaggio un incanto, soprattutto  dopo Poprad, quando appaiono sulla destra  le cime dei monti Tatra. Dopo una settantina di chilometri imbocchiamo la strada 18, poi la 72 che attraversa le montagne del Narodny Park: Nizke Tatry, bellissima e curvosa. Verso mezzogiorno giungiamo alla nostra meta: Banskà Bistrica. Arriviamo facilmente all’Art Pension, prenotata il giorno prima. E’ un bed &breakfast stupendo. Le pareti sono interamente tappezzate dai quadri  del fratello della proprietaria, un noto artista. La nostra camera è ampia, confortevole; intorno alla casa c’è un ampio giardino con possibilità di parcheggio. Sistemati i bagagli e provvisti di una mappa, fornita dalla gentilissima proprietaria, ci avviamo alla scoperta del borgo. Percorsi circa 500 metri eccoci nel centro storico pedonale.
Sbuchiamo su una vasta piazza circondata da begli edifici in stile liberty, al centro della quale campeggia una grande fontana. Sul lato nord svettano le torri: dell’orologio, vicino alla chiesa di San Francesco Saverio, davanti a cui spicca l’immancabile Colonna santa; la torre di Peterman nel Barbakan e quella della chiesa di Nostra Signora. Fa molto caldo al sole, inoltre abbiamo appetito perciò scegliamo uno dei diversi locali con i tavoli sotto ai grandi ombrelloni e ordiniamo il piatto del giorno; senza infamia né lode. Gironzoliamo poi intorno alla piazza, scattando parecchie fotografie, poi ritorniamo alla pensione in cerca di fresco e di relax. Ne usciamo solo un paio d’ore dopo, quando il sole picchia meno. CI dirigiamo alla grande piazza attraverso un altro percorso. Ora c’è molta più gente e metà piazza è all’ombra. Decidiamo di visitare il Municipio, ma grande è la delusione quando alla biglietteria ci dicono che le visite guidate terminano alle 17…proprio ora! Riusciamo comunque ad effettuare la visita grazie alla gentilissima guida, sopraggiunta in quel momento, che decide comunque di farcela fare. La donna ci municipioaccompagna nel giro, fornendo ampie spiegazioni in inglese. Al termine la ringraziamo, poi andiamo a sederci al tavolino di un bar all’aperto, sul lato in ombra della piazza, proprio di fronte al Municipio. Ordiniamo due calici di bianco. -  Non un granché- commentiamo un po’ delusi – E non è neppure freddo! A quel punto il cliente del tavolino a fianco si rivolge a noi in italiano, chiedendo quale vino avevamo ordinato. Intavoliamo discorso un po’ in italiano e un po’ in inglese poiché l’uomo, italiano, è accompagnato da moglie, figlio e suocera inglesi. Racconta di essersi trasferito in questa cittadina con la famiglia dalla Gran Bretagna, dopo la Brexit, sia perché voleva restare nell’Unione Europea sia perché le tasse sono basse in Slovacchia e si guadagna bene…interessante! Quasi quasi ci facciamo un pensierino! L’uomo inoltre ha ordinato per noi due calici di un ottimo bianco slovacco per dimostrare che anche qui si può trovare del buon porta_municipiovino. Gentilissimo! Più tardi passeggiamo ancora un po’ per ammirare da vicino i vari monumenti. Restiamo però delusi dall’impossibilità di accedere alla chiesa di Nostra Signora, che contiene un altro altare gotico del maestro Pavol, poiché è chiusa a quest’ora. Anche il Barbacane può essere ammirato solo esternamente poiché all’interno si trova un ristorante pub. Decidiamo allora di cenare qui, visto che fa parte della stessa catena di quello provato a Kosice e di cui eravamo rimasti soddisfatti. Difatti non ci delude. La birra è ottima così come le proposte…certo non è il luogo adatto ai vegetariani, così come già riscontrato in Slovacchia. I prezzi sono comunque bassi per noi.

17 Agosto
Banskà Bystrica- Castello di Orava- Cicmany

Dopo una splendida colazione consumata nella bella sala dell’Art Pension, lasciamo la csala_colazioneittà seguendo le indicazioni per Spania Dolina, un villaggio minerario dove si possono ammirare le casette dei minatori, costruite in legno e pietra. Terminato il giro riprendiamo la strada n° 14 e successivamente la 65 in direzione Zilina. A mano a mano che ci si avvicina a questa città, situata nella zona più turistica della Slovacchia, il traffico aumenta. Attraversatala proseguiamo verso nord, per il castello di Orava. Quando arriviamo alla base della rupe su spania_dolinacui è situato, troviamo un allucinante assembramento di pullman e veicoli. Non c’è posto nei parcheggi e notiamo gente in lunga coda per acquistare i biglietti. Uno sguardo corre tra me e Knut. Non c’è bisogno di parole per intendersi: “ Via da questa bolgia!” Così, scattatealcune fotografie al maniero, scappiamo da questo luogo e, tornati a Zilina, imbocchiamo la castello_di_oravastrada 64 in direzione sud. Dopo una sessantina di chilometri prendiamo il bivio per Cicmany, un villaggio dichiarato riserva di architettura popolare fin dal 1977, la cui caratteristica sono le pittoresche abitazioni. Arrivati verso le 14, prendiamo possesso di una semplice camera allaPenzion Javorina, poi scendiamo e ci accomodiamo nella simpatica sala da pranzo. Mangiamo bene: due piatti tipici a base di carne e verdure, accompagnati da un buon vinello rosso. Un’ora più tardi c’incamminiamo lungo la strada principale per esplorare il paese. Percorsi quattrocento metri circa, giungiamo ad un ponte sul fiumiciattolo che attraversa il paese. Da qui in poi si succedono le fantastiche casette che ci lasciano stupefatti. Sono costruite tutte in legno scuro, con le facciate dipinte a motivi geometrici in bianco, veri e propri ricami: sembrano le decorazioni di glassa dei biscotti di pan di zenzero. Greche, cuori e uccelli stilizzati sono raffigurati ovunque: sulle case del villaggio, sul municipio, sui ponti che attraversano il canale e anche sulla chiesa. Sembra di essere stati catapultati in un villaggio incantato. Due di queste abitazioni sono adibite a museo etnografico. Acquistato il biglietto d’ingresso entriamo nella prima. Saliamo la stretta scala di legno che conduce al primo piano dov’è allestita una bella selezione di abiti tipici, ricamati. Poi visitiamo le stanze al piano terra, dove sono stati ricreati alcuni ambienti d’epoca: la cucina e la stanza da letto/giorno con un grande telaio. Infine attraversiamo la strada per visitare la seconda casa-museo. Qui sono esposti gli attrezzi contadini e artigianali d’epoca. Usciti dalla fresca penombra della casa percorriamo l’assolata strada principale, soffermandoci dinanzi ad ogni casetta. Ammiriamo i bianchi decori, le finestre fiorite, i piccoli giardini, i tetti di ognuna e scattiamo innumerevoli fotografie.
Infine, accaldati, ci sediamo su due sedie ricavate da tronchi d’albero, all’ombra, in una pensione/bar e ordiniamo due bibite ghiacciate. Dopo esserci dissetati e riposati, riprendiamo la nostra passeggiata esplorativa. Saliamo per una stradina più all’interno del paese, dove ci sono altre casette fiabesche, fino ad arrivare alla chiesa. Abbiamo così percorso in lungo e in largo tutto il villaggio. Ora non ci resta che tornare alla nostra pensione. Una volta arrivati ci sediamo all’esterno, sulla veranda, ad aspettare il tramonto con due bei boccali di birra locale.
Dopo cena facciamo ancora due passi. È notte ormai. Il cielo è una coperta di stelle. La luna illumina la strada buia. Tutto intorno solo silenzio e una gran pace.

18 Agosto
Cicmany- Castello di Bojnice- Trencin

castelloAnche stamani splende il sole. Dopo un’abbondante colazione partiamo alla volta diBojnice, località nota per il suo fiabesco castello. Vi giungiamo in breve poiché dista solo una sessantina di chilometri. Arrivati a destinazione e trovato parcheggio, percorriamo a piedi il lungo viale alberato che ci separa dall’ingresso. Acquistati i biglietti ci sediamo per attendere l’inizio della visita guidata. Dopo una ventina di minuti parte il giro in lingua…ungherese! Siamo un po’ infastiditi dall’obbligo di visita guidata. Non amiamo muoverci intruppati ascoltando lunghe e talvolta noiose spiegazioni, soprattutto in una lingua di cui non capiamo neppure una parola! Ma tant’è… prendere o lasciare. Il percorso durcris_scalaa due ore e si sviluppa salendo e scendendo lunghe scalinate sulle quali arranco a fatica, non potendo appoggiare a terra l’avampiede infortunato. Così resto sempre indietro, poiché la guida non si cura di aspettare tutto il gruppo. Questa mancanza di cortesia mi irrita molto, allora non mi faccio problemi quando mi attardo, ne Ristoroapprofitto anzi per scattare alcune fotografie. Terminato il lungo giro, a onor del vero interessante, ci fermiamo subito dopo l’uscita,  ad un locale di ristoro all’aperto, per bere qualcosa. Si sta così bene che decidiamo di pranzare qui, anche se è un po’ presto. Mi gusto un piatto di gnocchetti di pane (houskovè) con crauti e tocchetti di pancetta affumicata, mentre Knut opta per due salsicce alla griglia con patate fritte. Soddisfatti ripercorriamo poi, lentamente, il lungo viale, ora in discesa, che conduce al parcheggio. Ripartiamo baldanzosi per la successiva meta.

La cittadina diTrencine il suo castello.
Arriviamo a destinazione in un paio d’ore, lungo percorsi secondari. Scendiamo alla Pension Exclusive N48.890621 E18.036867, prenotata la sera prima, situata a poche decine di metri dal centro storico. Posteggiamo nel vicino parcheggio in cui ci sono una penzion_exclusivedecina di posti riservati agli ospiti. L’accoglienza è cortese e ci viene offerto un te o caffè che accettiamo volentieri. Lasciati i bagagli in camera, carina e pulita, usciamo nella calura pomeridiana, diretti al centro storico pedonale. Percorsi circa tre/quattrocento metri arriviamo alla piazza principale, Mierovè Nam e…la troviamo occupata da un cantiere: stanno rifacendo il manto stradale! Siamo un po’ irritati perché in questo viaggio è una costante trovare i centri storici sconvolti da lavori. La polvere è sospesa nell’aria e imbianca i begli edifici rinascimentali che fiancheggiano la lunga piazza. Non si riesce ad attraversarla per via dei lastroni sconnessi, dei tubi che corrono lungo la piazza e dei mezzi di lavoro che la percorrono. Non riusciamo neppure a visitare la bella chiesa barocca poiché è chiusa! Ma insomma…Non capisco perché chiudano le chiese senza esporre un cartello che indichi gli orari in cui si può visitare!
fontana Torniamo sui nostri passi e, per consolarci, ci sediamo ad un bar all’aperto in una vicina piazza. Mentre sorseggiamo due birre osserviamo divertiti una buffa fontana i cui getti d’acqua imprevedibili sono la gioia dei bambini, che corrono dentro e fuori gli schizzi. La sera percorriamo il breve cortiletto che dall’hotel conduce ad un ristorante/pizzeria italiano dove abbiamo scelto di cenare. Il locale è accogliente e le pizze buone. Del resto il proprietario è italiano...

19 agosto
Trencin-Bratislava

castello_trencinDedichiamo la mattinata alla visita del castello. La giornata si presenta grigia perciò, dopo colazione e saldato il conto, ci spostiamo in auto in prossimità di un ingresso al centro storico. Traversata la grande piazza c’inerpichiamo lungo ripide scalinate sul colle, dove, in cima a una rupe scoscesa, sorge il castello. E’ una fortezza d’origine romana, molto bella e ben conservata. All’ingresso acquistiamo due biglietti per la visita completa (interni ed esterni). Percorsa la salita che conduce all’ingresso ci ritroviamo in una vasta corte: un grande spiazzo erboso, in salita, con grandi alberi.  Dai bastioni ammiriamo il panorama: lo sguardo può correre lungo la pianura del fiume Vàh e i verdi colli, fino ai monti più lontani.
Sul grande prato notiamo dei banchetti in allestimento. Più in là ci sono alcuni rapaci sui posatoi e un giovane falconiere in costume medievale. Altri giovani in costume si stanno preparando. Tutto è predisposto per i turisti. Proseguiamo il percorso arrivando sulla cima della rupe, dove veniamo sferzati da un forte vento e, oltrepassato il cancello, entriamo nella corte interna. E’ presto però, sono le 9,30. Ci tocca aspettare le 10 per la visita guidata. La visita però si rivela deludente. C’è poco da vedere e quel poco viene lungamente, troppo salita_castellolungamente spiegato…esclusivamente  in slovacco! A noi sarebbe bastato leggere le esaurienti tabelle illustrative, anche in inglese, esplicative sia della storia del maniero sia delle opere esposte. Ci saremmo risparmiati tempo e noia. La visita dura un’ora e al termine, ripercorsa la lunga discesa, sostiamo in un locale appena fuori dalla fortezza per un caffè che ci riscaldi un po’. Lasciamo Trencin sotto una leggera pioggerella, imboccando la strada 61 prima e la 502 poi, diretti a Bratislavpiantaa. Nonostante il tempo bigio e piovoso ci godiamo il tragitto. La strada secondaria che abbiamo scelto attraversa villaggi e paesi, snodandosi lungo i monti dei Carpati, fitti di boschi, dai quali spuntano le torri e le rovine di piccoli castelli. Giungiamo nella capitale, Bratislava, nel primo pomeriggio. Prendiamo possesso della camera prenotata la sera precedente all’hotel Avance, che si trova in bella e comoda posizione tra il Danubio e il centro storico. Verso le 17,30 smette di piovere, così usciamo per un giro nel centro storico. Passeggiare per le strette viuzze è faticoso più che divertente perché c’è una folla in movimento in ogni direzione. Andiamo alla ricerca della statua del “Curiosone” che nella visita precedente non avevamo trovato. La notiamo solo perché un capannello di persone sosta ad un angolo per fotografare il simpatico operaio che sporge la testa da un tombino. Passiamo oltre inoltrandoci nelle viette laterali meno affollate. Quando ricomincia a piovere torniamo in albergo. Ho freddo ai piedi, nudi nelle infradito. La pioggia non dà tregua, quindi decidiamo di cenare in hotel.

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