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20 agosto
Bratislava

piazzaAl risveglio il cielo è grigio, ma con qualche squarcio di azzurro qua e là. Ce la prendiamo comoda e usciamo verso le 10, muniti di giacche impermeabili e di un ombrellino, diretti alla grande piazza vicina, da cui partono i bus rossi dei city tours. Optiamo per il castle tour, costa 10 euro a persona, che inbarone circa un’ora percorre alcune vie del centro fino alla sommità del colle su cui sorge il castello. Muniti di audioguide ci godiamo il tragitto ascoltando le spiegazioni sui punti interessanti, per storia o cultura, davanti ai quali transitiamo: il neobarocco teatro nazionale slovacco, St. Ladislav Church, Trinitarian Church con i campanili gemelli, una strada commerciale, la Capuchin Church. Infine il bus  s’inerpica lungo i tornanti che conducono in cima alla collina del Castello di Devin, di un bianco avorio, che domina il fiume e la città. Qua scendiamo tutti. Abbiamo a disposizione 25 minuti per visitare il castello e ammirare il panorama castellodai suoi bastioni. Peccato che, appena scesi, cominci a piovigginare. Visitiamo solo la parte esterna, il vasto giardino e passeggiamo lungo i bastioni scattando alcune fotografie, catturate a fatica tra la ressa di ombrelli tutt’attorno a noi. Risaliti sul bus si torna alla grande piazza Hviezdoslavovo nam. Data la pioggerella fastidiosa ci rechiamo alla Galleria Nazionale slovacca, posta in un grande palazzo lungo il Danubio. Al terzo piano visitiamo un’esposizione di opere insolite, talune molto interessanti, che variano dal gotico all’arte grafica.
birreriaSoddisfatti dalla visita ci rechiamo a pranzo in un vicino locale, dove lunghi tubi di rame e grossi serbatoi, in cui una volta si faceva la birra, lo fanno sembrare una birreria d’epoca. Pranzo gustoso annaffiato da due boccali di ottima birra artigianale. Quando usciamo splende il sole perciò saliamo in camera a depositare giacche e ombrello. Poi ci avviamo verso il centro. Percorriamo in tutta la sua lunghezza la bella e alberata piazza Hviezdoslavovo, al cui centro si trovano alcune fontane. In uno spiazzo tra gli alberi una grande scacchiera è disegnata a terra; due giocatori muovono grandi pedine, attorniati da parecchi spettatori e curiosi. E’ poi la volta della gotica Cattedrale di St. Martin, situata purtroppo appena sotto un ponte che non consente di ammirarne la facciata. C’incamminiamo poi per le viuzze della città vecchia fino alla bella piazza centrale: Hlavnè namestie, al cui centro vi è la grande fontana di Rolando. Attorno molti turisti si accalcano aspettando il momento di poter scattare fotografie a…alla statua di Napoleone, appoggiato allo schienale di una panchina. Sul lato opposto della piazza c’imbattiamo in quella del soldato, sull’attenti nella sua garitta. Chiude la piazza il bianco edificio del Municipio. Il centro storico è pedonalizzato per cui si gira facilmente, potendo osservare a naso in su i bei palazzi neo barocchi, balconi dalle ringhiere che paiono ricami e scorci interessanti. Dopo tanto camminare ci è venuta sete, quindi ci sediamo al tavolino di un bar all’aperto, con vista sulla piazza. Siamo allietati dalle note suonate da un originale musicista su diversi strumenti, assemblati su un trike musicale. Proseguiamo la nostra passeggiata uscendo dal centro storico. Percorrendo ampie strade semideserte arriviamo alla chiesa di Santa Elisabetta, in stile art noveau,  denominata Chiesa Blu per il suo colore blu cielo e bianco. Purtroppo è chiusa e dobbiamo accontentarci di sbirciare l’interno dalle finestre. Con una lunga camminata sbuchiamo sul vialone che costeggia il Danubio. Passeggiando lungo la sponda cerchiamo un bar dove sederci a riposare un po’, ma ci sono solo un paio di chioschi. Alla fine troviamo un bar galleggiante su una chiatta, dove restiamo a lungo, ammirando il tramonto in compagnia di due calici di ottimo vino bianco: “Skal!”

 

 

 

 

 

21 agosto
Bratislava - Graz- Aichdorf (Austria)

ponte_bratislavaLasciamo Bratislava in una luminosa mattina. Percorso il lungo ponte sul Danubio ci dirigiamo in Austria dapprima lungo la B50, che attraversa una zona rurale, per poi imboccare l’autostrada in direzione di Graz. Ne usciamo poco prima di Gleisdorf, decidendo di percorrere la B65. Sostiamo per pranzo in un piccolo, semplicissimo locale lungo la strada, S’Pfiff, consigliatissimo. Ristorati ripartiamo alla volta di Graz. Entrati in città lasciamo l’auto in un parcheggio lungo l’Opern Ring. Percorsa una via in salita in breve siamo nel centro storico. Di fronte si staglia la collinetta del castello, mentre sulla sinistra sorge l’imponente duomo. L’interno è meravigliosamente barocco e davvero meritevole di una visita. Scendiamo poi lungo una via pedonale vertorre_dell'orologioso la grande piazza centrale, Hauptplatz, al cui centro spicca una fontana circondata da figure allegoriche. Intorno vi sono diversi edifici con splendide facciate ornate da stucchi, quali la quattrocentesca Casa Luegg. Ci accomodiamo ai tavolini di un locale che offrono una panoramica sulla grande piazza. E’ così che notiamo la cima della Torre dell’Orologio che sovrasta i tetti delle case, dalla collina del castello. Questa torre è particolare perché dal 1569, quando divenne il simbolo della città, continua a segnare le ore pur avendo le lancette scambiate… Ci avviamo poi per uno stretto vicoletto, sbucando vicino alla Franziskaren Kirche. Breve visita e poi si ritorna verso il parcheggio, percorrendo la pedonale Herren Gasse, un’animata via commerciale con alcuni begli edifici, tra cui spicca una facciata splendidamente affrescata. Saliti in auto ci dirigiamo verso nord lungo la L301. Prendiamo poi la B70 che percorre la valle del fiume Mur, attraversando piacevoli e interessanti paesi quali Frohnleiten e Bruck an der Mur. Compiamo una deviazione per visitare il castello di Piber, famoso perché vi si allevano i cavalli Lipizzani, ma, con nostra grande delusione, non ci è possibile poiché chiude alle 17. Caspita…pare sia una costante! Un po’ delusi ci limitiamo a scattare una fotografia al bianco castello, prima di ripartire per  Jugendorf, dove abbiamo pensato di pernottare. Dopo diversi tentativi a vuoto, finalmente troviamo una camera su booking, ad Aichdorf, villaggio poco distante, alGasthof Landhaus Wilhelmer. Una vera sorpresa! La camera è spaziosa e accogliente. Nello stesso edificio c’è una sauna, mentre esternamente, nel parco, si trova unlaghetto; sparpagliate qua e là notiamo diverse sdraio, un gazebo con divanetti e poco oltre i campi da tennis. Chi l’avrebbe mai detto per un costo di € 84… Consigliatissimo!

 

 

22 agosto
Aichdorf - Kremsbrucke

Si parte dopo un’abbondante colazione. La giornata è soleggiata e fresca… per ora.
Da Judenburg prendiamo la 317 che poco dopo lasciamo per imboccare la strada 96 che attraversa la valle del fiume Mur.
La prima sosta è alla cittadina di Murau con le sue belle case color pastello e la sua piazza centrale, in cui si staglia la colonna di Mariensaule, nota anche per lamurauer bier. Ci inoltriamo per le viuzze del centro storico pedonale, osservando i particolari in ferro battuto sulle facciate delle case. Arrivati al ponte sul Mur scattiamo diverse foto agli edifici lungo la riva; poi ci affacciamo dal parapetto per guardare l’acqua che scorre rapida. E’ allora che notiamo la piccola statua raffigurante una figura femminile dalla testa di pesce, seduta su un masso, che sembra osservare le rapide. Tornati sui nostri passi ci sediamo in piazza a gustare due caffè, ai tavolini all’aperto di un bar piuttosto affollato. Ripartire dalla cittadina è arduo poiché si sono formate lunghe code di veicoli diretti ai diversi centri commerciali. Finalmente riusciamo ad allontanarci, proseguendo sulla strada 96 fino ad incrociare la n°97 e ad imboccarla. La successiva sosta la compiamo al villaggio di St. Georgen, dove attraversiamo il ponte raggiungendo la riva opposta per sankt_veitammirare la struttura in legno dell’opera. Tornati a Murau ci dirigiamo verso Metniz e poi Sankt Veit an der Glan per una passeggiata e un caffè, proseguiamo poi in direzione Feldkirken dove sostiamo per pranzo.
Dopo una passeggiata digestiva si riparte in direzione di Reichenau da cui imbocchiamo la Nockalmstrasse. E’ un bel percorso montano, che raggiunge i 2042 metri di altitudine al passo di Eisenthalhohe, dove sostiamo. Ci concediamo una breve passeggiata respirando a pieni polmoni l’aria frizzante e scattando alcune fotografie, poi si riparte. Ora è tutta discesa sino a valle. Decidiamo di trascorrere la notte a Kremsbrucke, paesino situato una trentina di chilometri a nord della Nockalmstrasse, troviamo una camera da Gasthof Klammer una semplice gasthof dai caratteristici balconi di legno, ricoperti da gerani. Le proprietarie, due anziane signore, ci assegnano una camera con bagno al primo piano. Il pavimento di legno scricchiola, il letto non è il massimo in quanto a comodità, ma…va bene ugualmente. Le pareti lungo i corridoi sono coperte di fotografie di raduni motociclistici, di gruppi di sciatori, di immagini che rimandano ad una ventina d’ anni fa. I ricordi di una vita delle due signore.
Seduti al sole ci facciamo l’aperitivo con due birre e patatine fritte al momento. Skål!

 

23 agosto
E’ purtroppo giunto il momento del ritorno a casa. Consumata la solita abbondante colazione carichiamo l’auto e partiamo. Ci dirigiamo verso Lienz, poi imbocchiamo la strada n° 100, entrando in Italia pochi chilometri prima di San Candido, da dove proseguiamo sulla statale 49 verso Brunico, in un lungo serpente di automobili. Eh già, è piena stagione turistica in Italia e soprattutto in montagna dove pare si siano riversati tutti. Appena possibile deviamo prendendo l’indicazione per Valdaora e il passo Furcia. Finalmente soli! Da Antermoia proseguiamo per Bressanone, poi lungo la statale del fondovalle ci dirigiamo verso Bolzano. Ad un certo punto Knut, sentendo un rumore, preoccupato si ferma in uno spiazzo a controllare le gomme. Mentre ci accingiamo a ripartire ci si avvicina una giovane cinese, zaino in spalla regge un cartello con la scritta Bolzano. Ci chiede se siamo diretti là e se possiamo darle un passaggio perché la corriera non è arrivata e deve prendere un treno tra un paio d’ore. Accettiamo ed è così che Lin in un fluido e perfetto inglese ci racconta la sua storia. La lasciamo alla stazione di Bolzano scambiandoci le mail. Poi ci dirigiamo verso l’autostrada. Sono le 16,30 ed è proprio ora di tornare a casa.
La vacanza è finita.

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