16 Agosto
Rila – Ioannina (GR) km 507
Partiamo pimpanti alle 9,00 dopo una lauta colazione. Una leggera nebbiolina si sta alzando dai boschi e nasconde le cime dei monti. La strada è deserta e in breve arriviamo all’incrocio con la E79. Purtroppo dopo pochi chilometri finisce l’autostrada e ci ritroviamo su una statale trafficata, soprattutto di camion. Il percorso segue il corso di un fiume, salendo e scendendo dai monti. Due ore e un’ottantina di chilometri dopo arriviamo alla frontiera con la Grecia. Espletate le formalità burocratiche, un’altra ora, possiamo proseguire sulla E79 prima e sull’autostrada Egnatia poi, in direzione di Ioannina. Per pranzo usciamo dall’autostrada e ci fermiamo nel paese di Aiginio, dove preleviamo una somma in euro.
Scegliamo un locale,To Kapilio Eginio, coi tavoli sul marciapiede coperti da allegre tovaglie a quadretti rossi e bianchi. Siamo fortunati perché la cameriera, polacca, parla un buon inglese e ci consiglia alcuni piatti. Prendiamo alcune meze, zucchini fritti, taramosalata e tzazichi, seguiti da moussakà e insalata. Annaffiamo il tutto con dell’ottimo Retsina, che nei nostri viaggi in Grecia non può mai mancare. Satolli risaliamo in moto e proseguiamo il nostro itinerario tornando in autostrada. A mano, a mano che procediamo neri nuvoloni avanzano dai monti, coprendo il cielo. Decidiamo di fermarci ed indossare le parti esterne dei completi Motoinfinito, che sono antipioggia. Detto fatto si riparte, mentre un rovescio ci raggiunge. Dura poco però, quindi, percorsi alcuni chilometri, li togliamo perché non sopportiamo il caldo umido. Superata Metsovo, dopo circa 50 chilometri, giungiamo alla nostra meta: la città di Joannina. Abbiamo prenotato con booking all’hotel Filokalia, proprio vicino al lago. Fatichiamo un po’ a trovarlo perché lo stradone che percorriamo porta fuori dalla città. Infine, presa una via laterale verso il lago, lo riconosciamo dalle immagini viste quando l’abbiamo scelto. E’ una grande villa bianca porticata, a due piani. All’interno i pavimenti di marmo e i divani bianchi rendono tutto luminoso. Assegnataci la camera ci cambiamo, indossando bermuda e t-shirt, poi usciamo. Sono curiosa di vedere il lago. E’ piuttosto grande, circondato dai monti e sulle acque, non proprio limpide, galleggia una distesa di ninfee. Decidiamo di seguire il lungolago verso il centro città e, dopo circa un chilometro, arriviamo ai primi locali, coi tavoli posti sui marciapiedi o all’ombra dei platani. Ci sediamo ad uno di essi e ordiniamo una birra e una spremuta d’arancia. Poi ci rechiamo sul promontorio, dov’è situata la Cittadella. Passeggiamo all’interno delle mura, lungo stradine silenziose, fino alla salita che porta al punto più alto, dove sorge la Moschea. Percorriamo in lungo e in largo il perimetro del sito, ammirando il panorama sul lago e sulla corona di monti che lo cingono. Quando il cielo si colora di rosa e il sole tramonta torniamo sull’affollato lungolago e scegliamo un ristorante dove cenare.
17 Agosto
Ioannina – Sivota - Igoumenitsa km 123
Oggi dovremo percorrere solo un centinaio di chilometri per arrivare sulla costa. Ieri sera
abbiamo prenotato un hotel a Igoumenitsa per quattro notti. Avremmo preferito trovar posto a Sivota, ma i pochi alloggi ancora disponibili erano inavvicinabili per il prezzo. Alle 9,00 dopo un’ottima colazione, carichiamo la moto. Ci raggiunge un motociclista israeliano la cui moto è parcheggiata vicino alla nostra con il quale scambiamo quattro chiacchiere. Lui percorrerà la strada da noi fatta ieri, mentre noi siamo diretti al mare. Sì il mare mi manca. Ho bisogno di nutrirmi d’azzurro. Poco più di un’ora più tardi arriviamo a Sivota, dove abbiamo deciso di fermarci per qualche ora, prima di andare all’hotel Angelika Pallas a Igoumenitsa. La cittadina è letteralmente assediata dalle automobili dei turisti. Procediamo lentissimi, a passo d’uomo, lungo le due vie principali fino alla piazza centrale, che ben ricordiamo, dove parcheggiamo la moto su un marciapiede. Non riusciamo a capacitarci dell’ingorgo e del caos che si è creato. Sei anni fa ci fermammo a Sivota un paio di giorni, trovandola molto carina e vivibile. Certo era la metà di giugno, ora non la riconosciamo più. Masse di turisti, per lo più italiani, affollano i bar sul lungomare. Troviamo a stento un tavolino al quale sederci per bere due caffè. Osserviamo il via vai di gente che passeggia sul molo e l’andirivieni delle barche nel porto. Abbiamo tempo per cui curiosiamo in qualche negozio di souvenir; acquisto una bandana rossa e un magnete ricordo. Alle 12,00 ci sediamo a un tavolo all’aperto del ristorante in cui eravamo soliti pranzare sei anni fa. Dopo un aperitivo a base di freschissimo retsina, vino bianco locale, ordiniamo il pranzo. Mi ricordo ancora le deliziose melanzane e zucchine fritte accompagnate da salsa taramosalata e tzaziki! Come le preparano in Grecia non le fa nessuno!
Risaliti in moto facciamo rotta verso una spiaggia, lontana dal centro abitato, che ricordiamo: la Dei beach. Vi si accede da un uliveto, sotto ai cui alberi si possono parcheggiare i veicoli. Parcheggiamo la moto e, lasciate giacche e caschi, scendiamo alla spiaggetta, dove affittiamo un ombrellone e due lettini a soli 6 euro. Il primo bagno in mare della stagione mi emoziona sempre! La spiaggia è lunga e stretta, di ciottoli
bianchissimi e sabbia, l’acqua è limpida e trasparente. Dopo un paio d’ore ci spostiamo all’ombra degli ulivi, sotto a cui sono disposti i tavolini e le poltroncine del bar. Ordiniamo due birre alla spina. Restiamo stupiti quando arrivano insieme a un piattino di polpettine al sugo e fettine di pane… che servizio! Più tardi ci rivestiamo e raggiungiamo l’hotel di Igoumenitsa. Il giovane alla reception ci accoglie con grandi sorrisi. Ci accompagna alla camera al terzo piano, meno male che c’è l’ascensore, grande e con una bella terrazzina loggiata. Knut inizia a portare i bagagli, quando mi accorgo che l’aria condizionata che ci siamo subito fatti accendere, perde acqua copiosamente. Si sta formando una pozzetta sul pavimento. Torno alla reception e spiego l’accaduto, così ci viene assegnata la camera al piano sottostante. Qui tutto funziona alla perfezione. L’unica pecca è che la terrazzina loggiata non ha la stessa vista e prende meno aria della precedente. “ Ma chi se ne importa!” - esclamo - “ Non dobbiamo trascorrere le ore sulla terrazza, col caldo che fa!”
18 Agosto
Sivota
Dopo colazione decidiamo di tornare alla spiaggia di ieri, a Sivota. Siamo tra i primi ad arrivare, così possiamo scegliere il punto dove farci piantare l’ombrellone. Si preannuncia una giornata calda; desideriamo solo oziare tra letture, sole e bagni. Pranziamo al bar tra gli ulivi con due spiedini e patate fritte, poi restiamo seduti ad osservare intorno. Il parcheggio è stracolmo. C’è molta gente ora, chi sdraiata sui lettini sotto gli alberi, vista mare, chi ai tavolini del bar; alcuni bambini giocano a pallone nello spiazzo erboso. Il bello di questo posto è che, nonostante i molti turisti, la spiaggia è vivibile; dato che è stretta è sufficiente occupare con le proprie cose lo spazio davanti ai lettini di modo che non si sia disturbati da nessuno. Il pomeriggio trascorre pigro e tranquillo. Quando siamo cotti dal sole e ne abbiamo abbastanza anche del mare raccogliamo le nostre cose, infiliamo i caschi e i guanti e saliti sulla fida cavalla a due ruote ce ne andiamo. Proseguiamo sulla stradina tortuosa verso l’interno, curiosi di vedere dove porti. Sostiamo in uno spiazzo e, mentre Knut resta in sella, m’inoltro tra i cespugli e i bassi alberi. Cammino per qualche decina di metri, ma capisco che il sentiero non conduce al mare. Termina in mezzo a un terreno coperto di erbacce. Proseguiamo ancora un po’ sulla stradina dissestata che sale sempre più in alto, poi torniamo indietro.
Ripresa la strada principale ci dirigiamo verso Igoumenitsa.
Parcheggiata la moto nel garage dell’albergo, ci rechiamo ad un supermarket dove acquistiamo acqua, ouzo, il liquore d’anice simile al cassis, e patatine. Seduti sulla nostra terrazzina ci prepariamo l’aperitivo a base di ouzo allungato con acqua. Più tardi usciamo per un giro in centro. Dopo circa un chilometro, arrivati sul lungomare, inizia la serie di locali coi tavoli all’aperto. Scegliamo di cenare ad un ristorante i cui tavoli arrivano vicino al mare. Il sole sta tramontando e cielo e mare si colorano di rosa. Peccato faccia caldissimo, non c’è un refolo d’aria! Igoumenitsa è molto calda poiché si trova in fondo a una profonda insenatura, circondata dalle montagne.
19 Agosto
Igoumenitsa
Oggi è domenica perciò, dopo colazione, chiediamo al cortese impiegato alla reception di consigliarci una spiaggia non troppo affollata. Ci risponde che lui per non trovare troppa gente, la domenica va alla Drepanos beach, che dista 5 chilometri in direzione dell’Albania. Decidiamo di seguire il consiglio. La moto si districa non senza fatica dal traffico domenicale in centro città. Usciti dall’abitato seguiamo il cartello Drepanos beach per alcuni chilometri. E’ un percorso molto bello. La strada segue un istmo di terra tra il mare e una grande laguna, dalla quale alcuni grandi uccelli si alzano in volo. Oltrepassiamo un camping e la spiaggia Drepanos, già troppo affollata per i nostri gusti. A mano, a mano che procediamo gli stabilimenti balneari diminuiscono. Vi sono alcuni camper sotto gli alberi d’eucalipto. Procediamo ancora, fino a che la strada termina. Scendo, mi arrampico su una piccola duna e sbuco su una spiaggia semideserta. Alcuni anziani sono seduti a tavolini all’ombra di una tettoia di canne e paglia. Due file di ombrelloni fatti di frasche di palma sorrette da grossi pali di ferro guardano il mare. I vecchietti mi dicono che il bar aprirà alle 10 e mi fanno cenno di sedermi. Torno alla moto e riferisco a Knut. Il posto ci piace per cui, parcheggiata la moto in un punto adatto, sul terreno sabbioso, lasciamo i caschi legati. Poi scegliamo un ombrellone e apriamo i due lettini. Un cartello appeso recita: 6 euro per ombrellone, due lettini e due bevande… incredibile! Ci sistemiamo, mentre alcune persone iniziano ad arrivare. Quando il bar apre vado a pagare e prendo due caffè shakerati. Devo dire che il consiglio ricevuto è stato ottimo. La gente che arriva a poco a poco è costituita per lo più da locali. Gli unici turisti siamo noi e una coppia di anziani tedeschi. Per pranzo prendiamo due mega panini con wurstel e crauti. Insieme alla birra portano a Knut anche un piattino con tocchetti di wurstel e patate fritte. Troppo per un pranzo! Ora ci toccherà aspettare un paio d’ore prima di fare un bagno! Restiamo al mare sin verso le 17,30 poi torniamo all’hotel dove ci prepariamo due bicchieri di ouzo, da sorseggiare in terrazza.
20 Agosto
Igoumenitsa
Ci alziamo un po’ più tardi del solito. Terminata la colazione decidiamo di tornare alla spiaggia tranquilla di ieri. La giornata trascorre pigramente tra bagni di sole e di mare. L’unica pecca di questo luogo è che, sebbene l’acqua sia trasparente nonostante il fondo sabbioso, è troppo bassa. Per arrivare dove non si tocca e riuscire a nuotare bisogna camminare un bel po’. Per cena scegliamo un locale segnalato dalla guida. Si trova in una strada interna, verso il margine della città. E’ piuttosto affollato, ma troviamo un tavolo in veranda. Knut prende una pizza, io un piatto di calamari fritti e verdure (niente di che e i camerieri sono piuttosto maleducati). Non ci torneremo di sicuro.
21 Agosto
Sivota
Oggi vogliamo riprovare la spiaggia a Sivota, dove il mare è più profondo. Parcheggiamo la moto vicinissima a due lettini tra gli ulivi. Prendiamo questi perché sicuramente sarà più fresco. Da un’apertura tra le fronde scorgo un lembo di spiaggia su cui spiccano alcune canoe colorate. La quiete dura poco. Arrivano diversi veicoli; alcuni cercano di piazzarsi dietro la nostra moto per cui Knut la sposta leggermente onde evitare di restare chiusi dentro. Dopo un po’, infastiditi dalle persone che si piazzano vicinissime a noi e dalle zanzare che banchettano allegramente sui nostri corpi, ci spostiamo sulla spiaggia. Scegliamo il solito posto defilato, verso la fine, dove inizia il promontorio roccioso. Le ore trascorrono lente. Il mare è di un profondo blu, verdazzurro e trasparentissimo a riva. Alcune barche ormeggiate nella baia, dondolano pigramente. Mi godo il sole e il mare seduta nell’acqua bassa.
Nel pomeriggio esploriamo in moto diverse stradine che scendono al mare. Vorremmo trovare una spiaggia dove trascorrere la giornata di domani, che sarà l’ultima, prima di salire sul traghetto a mezzanotte. La ricerca è infruttuosa, non vediamo alcun posto bello come quello lasciato o tranquillo come quello dei giorni scorsi. Per cenare scegliamo un semplice locale, nella strada adiacente all’hotel. L’offerta non è molto varia, ma mangiamo bene spendendo pochissimo. Non abbiamo voglia di camminare, perciò ci sediamo nella veranda esterna dell’albergo, sorseggiando due bicchierini di metaxa, il cognac greco.
22 Agosto
Ultimo giorno
Ci alziamo tardi. Scendiamo a colazione alle 10,00. Tornati in camera prepariamo con calma i bagagli. Poco prima delle 12,00 consegniamo le chiavi, paghiamo e salutiamo il simpatico impiegato. Il traghetto per Bari partirà a mezzanotte. Decidiamo di trascorrere il resto della giornata sulla spiaggia oltre Drepanos, dove siamo stati bene i giorni scorsi. Affittiamo il solito ombrellone di frasche di palma e ci rilassiamo. Oggi fa piuttosto caldo. Passiamo le ore del pomeriggio tra siesta e gli ultimi tuffi della stagione. Mi sento un po’ triste. Il viaggio è agli sgoccioli. Domani non ci resterà altro da fare se non l’attraversamento dell’Italia da sud a nord…
In conclusione posso dire che la Romania ci ha favorevolmente colpito. I miei timori iniziali riguardo la pericolosità delle strade e della delinquenza sono stati smentiti.
Abbiamo trovato cortesia, ospitalità e pulizia nei luoghi dove abbiamo soggiornato. Paesaggi splendidi in cui immergersi nella natura ancora incontaminata e nelle bellezze artistiche e architettoniche dei suoi borghi e delle sue chiese e monasteri.
Sicuramente ci torneremo.