Carpazianride: Viaggio nella terra di Dracula
Periodo: 1 - 24 agosto 2018.
Paesi attraversati: Slovenia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Grecia.
Km. percorsi: 5.552
Moto: BMW R1200 GS Adv
Prologo
Quest’anno spero sia la volta buona per andare alla scoperta della Romania. Incrocio le dita perché non succeda qualche inconveniente, come capitato lo scorso anno, che c’impedisca di realizzare il tanto desiderato viaggio verso est.
In primavera rileggo rapidamente le guide di Romania, Bulgaria e Budapest, poi insieme a Knut, mappe stradali alla mano, trascorro alcune serate per definire l’itinerario. In gran parte ricalca quello pensato lo scorso anno, con alcune modifiche. Partiremo in agosto. Ci aspettiamo d’incontrare affollamento nelle località più turistiche, così decidiamo di prenotare un appartamento a Budapest e le prime notti in Romania (Maramures e Bucovina).
1 Agosto
Milano – Ptuj (SLO) km. 872 ca.
Lunga tappa di trasferimento. Caldo, noia mortale sulla pallostrada, specialmente nel tratto veneto/friulano causa lavori per la terza corsia; (da almeno 4 anni sono sempre allo stesso punto!) code chilometriche, difficili da superare con la moto carica. Knut si lamenta sempre che porto troppi cambi d’abito, io ribatto che lui carica una quantità di cavi, prese, fili…Appena entrati in Slovenia acquistiamo la vignette per sette giorni, il minimo, poi riprendiamo l’autostrada in direzione di Lubiana. Usciamo a Postojna (Postumia) per trovare una locanda dove consumare il primo pasto del viaggio.
Rifocillati proseguiamo verso Maribor, visitata lo scorso anno. Dobbiamo raggiungere Ptuj, dove abbiamo prenotato una stanza, non troppo lontana da Maribor. Qualche sosta per rifornirci di carburante e per sgranchirci le gambe, poi via di nuovo. A un certo punto chiedo a Knut: “ Ma quanto ci vuole ancora? Avremmo dovuto imboccare la diramazione in direzione sud dopo Maribor. “
Lui mi dà ragione, ma dice che “ Il navigatore continua a segnalare di proseguire diritto, verso l’Ungheria!” Così giungiamo alla frontiera ungherese, dove non ci resta che fare dietrofront. Knut capisce che il Garmin, dopo l’ultima sosta, è passato al tragitto del giorno successivo e ci stava portando dritti, dritti in Ungheria. Una volta sistemato il dannato navigatore con la rotta giusta, ci immettiamo su strade secondarie e, dopo un’ottantina di chilometri tra boschi e campagna, finalmente arriviamo a destinazione.
hotel Poetovio(62 euro con colazione) si trova al margine del centro pedonalizzato e dispone di parcheggio. Sistemati i bagagli e cambiati gli abiti usciamo per una passeggiata. Sostiamo in un locale all’aperto per rinfrescarci con due birre alla spina. Poco dopo si scatena un forte vento che fa chiudere gli ombrelloni al cameriere e fa volare foglie e polvere; si sta avvicinando un temporale. In realtà cadono solo poche gocce, così più tardi ci dirigiamo in centro per cenare. Dopo cena percorriamo le viuzze selciate del centro storico fino al ponte. Pennellate rosee in cielo, mentre il tramonto indora il fiume.
2 Agosto
Ptuj – Budapest (H) km.370
Partiamo presto. In poco tempo arriviamo alla frontiera. Solo una breve sosta per immortalare l’ingresso in Ungheria, poi ci lanciamo lungo strade deserte, che passano in paesini ancora addormentati. L’attraversamento della piatta campagna ungherese è piuttosto noioso, non c’è nient’altro da vedere che erba… Dopo circa un’ora e mezza arriviamo al lago Balaton. Keszthely ci accoglie con lunghe code di auto e gente ovunque. Siamo nel pieno della stagione turistica, il Balaton è considerato dagli ungheresi come fosse un mare e in agosto sciamano tutti sulle sue sponde.
Il programma prevede di costeggiare il lato nord, che è più panoramico, prima di dirigerci a Budapest, così, appena possiamo, lasciamo l’arteria principale e imbocchiamo stradine che ci conducano alla riva. Impresa difficile, ma dopo diversi tentativi arriviamo a Vonyarc marina, un porticciolo in cui diverse barche a vela sono agli ormeggi. Davanti a noi si stende un’immobile distesa d’acqua grigio-verde. Parcheggiamo la moto in uno spiazzo antistante un locale, Vitorlàs Terasz, dove ci accomodiamo. Mentre sorseggiamo due caffè possiamo godere del panorama e della quiete del luogo. Peccato che la giornata sia nuvolosa. Un pallido sole fatica ad uscire e l’aria è umidissima. Ripartiamo poco dopo, temendo che il tempo peggiori, in direzione di Balatonfured. Difatti dopo una decina di chilometri iniziano a cadere le prime gocce di pioggia. Ci affrettiamo ad indossare le giacche e i calzoni esterni antipioggia. Proseguiamo ancora per poco, poi osserviamo che il cielo davanti a noi è nerissimo ed anche il lago è diventato color piombo. Decidiamo quindi di tornare indietro al paese precedente e di fermarci per pranzo, sperando che il tempo migliori nel frattempo. La scelta cade sul ristoranteBacchus. Pranziamo molto bene con due piatti tipici, fegato d’oca per Knut e pesce di lago per me, accompagnati da due birre. Al termine del pranzo il tempo è sempre perturbato, una pioggia battente non vuol saperne di placarsi. Così, seppur a malincuore, optiamo per dirigerci a Budapest lungo l’autostrada, tralasciando la sponda nord del lago.
Quando un paio d’ore più tardi giungiamo alla capitale il sole la fa da padrone e la temperatura è schizzata sopra i 30°. Il navigatore ci conduce nel punto più vicino a Kiraly utca 22, dove abbiamo prenotato un appartamento per tre notti (Leda apartments 80 euro al dì). Perdiamo una ventina di minuti per trovare il portone giusto, poi, grazie alle indicazioni di un cameriere, Knut sale alla reception del palazzo d’angolo su cui spicca l’indicazione 22/32, mentre io resto a presidiare la moto, parcheggiata su un passo carraio. Quando torna è accompagnato da una ragazza. Ci indica che l’ingresso del garage e dell’edificio in cui si trova il nostro appartamento è 50 metri indietro, nella strada da cui siamo arrivati. Siccome la via è un senso unico Knut è “costretto” a percorrerli contromano. L’appartamento, posto al quinto piano, affaccia su un grande cortile interno. E’ spazioso, luminoso, ben arredato e fornito di tutte le comodità. Siamo soddisfatti della scelta.
Un paio d’ore più tardi usciamo ad esplorare i dintorni. Siamo nella zona della movida. C’è una quantità spropositata di locali e frotte di turisti percorrono su e giù Kiraly ut. Il rovescio della medaglia è dato dalla quantità di barboni che rovistano nei cestini o che trascinano carrettini ricolmi di bottiglie vuote, stracci, sacchetti. Accanto ad edifici ristrutturati ve ne sono alcuni in rovina e transennati: il vecchio e il nuovo che avanza convivono fianco a fianco. Prendiamo qualcosa da bere in un locale sito in una galleria, osservando il viavai. Poi entriamo in un minimarket per acquistare l’occorrente per le colazioni. Ceniamo al Kazimir, un locale tipico del quartiere ebraico.
3 Agosto
Budapest
Il sole inonda l’appartamento, la giornata si preannuncia caldissima, quindi ci affrettiamo ad alzarci. Una veloce colazione poi, armati delle due macchine fotografiche, usciamo. Percorriamo la Kiraly ut, attraversiamo la Deak Ferenc ter e proseguendo lungo la Deak Ferenc ut arriviamo sul lungo Danubio. Ci sorprende la divertente statua in bronzo di un ragazzino o ragazzina seduto sulla ringhiera che corre lungo i binari della linea tranviaria n°2. Cercando info sulla guida scopriamo che è intitolata “Little Princess” e rappresenta la principessa Sissi bambina.
Proseguiamo la passeggiata alberata lungo il fiume, sino allo Szechenyi Lanchid hid, Ponte delle Catene, soffermandoci spesso ad ammirare e fotografare il panorama offerto dalla collina di Buda, con il maestoso Palazzo Reale, sull’altra sponda del Danubio. Altra sosta per immortalare il particolare ponte delle catene, il più vecchio della capitale, nato per unire le due parti della città (Buda e Pest) il cui ingresso è presidiato dalle statue di due leoni. Lentamente percorriamo il ponte sul lato sinistro, poi ci dirigiamo all’ingresso della funicolare (sikló) che si arrampica sulla collina di Buda. Giunti in cima ci dirigiamo al belvedere, da cui si gode una delle più affascinanti vedute panoramiche della città, per riprendere lo spettacolo offerto dal Danubio e dagli edifici sulla riva di Pest, primo tra tutti lo splendido Parlamento. Purtroppo il Palazzo Reale con i suoi musei è ancora chiuso, aprirà di lì a un’ora. Percorriamo il perimetro esterno catturando immagini della collina della Cittadella che si staglia verso nord. Poi usciamo dai cortili del Palazzo e proseguiamo la passeggiata, inoltrandoci nella cittadella medioevale (Várnegyed) lungo le sue pittoresche stradine silenziose, fiancheggiate da vecchi palazzi. Sostiamo ad un caffè per ristorarci dal caldo, che comincia a farsi afoso. Poi ci rechiamo alla piazza dove sorgono la Chiesa di Mattia, con lo splendido tetto di tegole policrome, e il bianchissimo Bastione dei Pescatori. Acquistiamo i biglietti per accedere alla chiesa e per poter scattare fotografie ed entriamo. Ammiriamo le splendide vetrate e le opere all’interno delle cappelle. Peccato solo l’eccessivo affollamento dovuto ai gruppi dei viaggi organizzati, che impediscono di ammirare con calma le opere. Anche il bianchissimo Bastione dei Pescatori, che sorge nel punto dove c’era il medievale mercato del pesce, è affollatissimo. In qualche modo riusciamo ad affacciarci per ammirare la vista sul Parlamento e sul fiume e a scattare qualche fotografia. Scappiamo letteralmente dalla folla inoltrandoci per le tranquille stradine del quartiere. Consumiamo due birre seduti al tavolino all’aperto del “Pest Buda”, dove finalmente posso recarmi alla toilette. Più tardi, dopo aver percorso in lungo e in largo le viuzze medievali osservando le facciate pastello di splendidi palazzi, entriamo al ristorante Pierrot, mentre alcune gocce di pioggia iniziano a cadere. Consumiamo un pranzo da leccarsi i baffi, il migliore assaggiato a Budapest: la mia anatra con salsa al melograno e sfogliata di cavolo ripiena è superlativa. Anche i dolci sono una goduria sia alla vista che al palato.
Usciamo un’ora e mezza più tardi pienamente soddisfatti. Decidiamo di proseguire a piedi, scendendo dalla collina fino al fiume, anche se ricomincia a piovigginare. Arrivati a Batthyàny ter prendiamo la metropolitana, linea rossa, per due fermate. Usciti sulla Deak Ferenc ter proseguiamo a piedi fino al nostro appartamento, dove, stanchi, ci rilassiamo sul comodo divano. Dopo un paio d’ore decidiamo di fare una passeggiata nella famosa via dello shopping: Vaci utca. L’arteria pedonalizzata ci delude un po’, è un concentrato di negozi grandi firme, bar, ristoranti, negozi di souvenir…così svoltiamo all’altezza del Budda bar in una galleria che sbuca in Marcius ter, grande piazza alberata i cui giardini arrivano al lungo Danubio. Decidiamo di sorseggiare un aperitivo seduti ai tavoli di un bar all’aperto. Da qui possiamo osservare il ponte Erszebet hid, la gente che passeggia o si rilassa, sdraiata sull’erba. Ceniamo al Ristorante Hell’s kitchen, in Kigyø ut, un locale dall’arredamento rustico, in cui abbiamo gustato piatti tipici.
Dopo cena torniamo a passeggiare sul lungo Danubio. Non ho parole per descrivere la bellezza di ciò che vedo: la collina di Buda col Palazzo Reale, il Ponte delle Catene, la chiesa di Mattia e il Bastione dei Pescatori si specchiano nelle nere acque del fiume, sfavillanti di luci. Con questo splendore negli occhi torniamo, un po’ a malincuore, verso casa. Kiraly ut ora è animata da frotte di giovani, molti già ubriachi, che si affollano e schiamazzano davanti ai locali. Per fortuna il nostro appartamento, sito in una via laterale, è silenzioso. Buonanotte!
4 Agosto
Budapest
Anche questa mattina usciamo presto perché il programma è fitto. 1° tappa la basilica di Santo Stefano. Giunti in Deak ter già si vede la mole della grande cupola stagliarsi sopra i tetti degli edifici. L’imponente basilica in stile neoclassico sorge su una grande piazza, circondata da eleganti palazzi. L’interno è grandioso! Stupendi i mosaici che rivestono la cupola. Interessante l’opera con il re inginocchiato ai piedi della Madonna. Restiamo sbalorditi davanti alla teca che contiene il braccio destro mummificato di Stefano I il Santo, nella cappella a lui dedicata. - “Brrr… che orrore! “- bisbigliamo.
2° tappa. Ci avviamo verso il Danubio per raggiungere il Parlamento. Camminare a lungo sotto il sole cocente è stancante; vorremmo prendere il tram n° 2, però, quando arriviamo alla fermata, realizziamo di non avere i biglietti. Pensiamo di acquistarli sul mezzo ma, quando il tram sopraggiunge, non effettua la fermata e prosegue, lasciandoci a terra… Boh! Delusi riprendiamo il cammino e ciò si verificherà essere una buona scelta. Difatti, poco dopo, arriviamo al punto in cui si trova l’opera “Scarpe sul Danubio” a ricordo delle persone uccise dai fascisti durante la seconda guerra mondiale. Più avanti, in cima ad una scalinata, osserviamo la statua di Attila Joseph, seduto a guardare il Danubio. Ma eccoci giunti al Parlamento; il fiabesco, bianchissimo palazzo Patrimonio dell’Unesco si staglia dinnanzi a noi. Dopo aver scattato numerose fotografie cerchiamo l’entrata. Una coda sosta in attesa di accedere per la visita guidata. Scopriamo che non avendo prenotato dovremo tornare domani… troppo tardi, domani si parte. - “Pazienza” - ci diciamo, sarà l’occasione per tornare in questa bella capitale.
3° tappa. Decidiamo di proseguire la passeggiata sulla riva del Danubio, osservando i battelli che lo solcano. Giunti al ponte Margit hid, seppur stanchi, lo percorriamo per un tratto per poi scendere sull’isola Margherita, dove non ci resta che proseguire a piedi lungo bei viali alberati. Appena troviamo un baretto ci sfiondiamo e riusciamo a sederci ad un tavolino all’ombra. Ora posso finalmente riposare i piedi. I sandali infradito nuovi mi hanno provocato due vesciche tra il primo e il secondo dito. Pranziamo con due grossi panini con wurstel e crauti e due birre alla spina. La birra ungherese è molto buona! Dopo un’ora ci alziamo per proseguire la passeggiata. Poco dopo il Lido Palatinus però devo nuovamente fermarmi perché non riesco più a camminare per il dolore. Non ci resta che tornare sui nostri passi fino alla prima fermata dell’autobus che attraversa l’isola. La raggiungo camminando scalza sul bollente asfalto. Il mezzo ci porta fino alla piazza Nyugati Palyaudvar dove prendiamo la linea 3 della metropolitana. In due fermate siamo alla solita vasta piazza Deak Ferenc da cui, percorsi 200 metri, siamo a casa.
Stabiliamo che per oggi ne abbiamo abbastanza di camminare. Una doccia, un caffè, poi Knut comincia a scaricare le foto sul portatile, mentre io scrivo qualche appunto sulle intense giornate trascorse. Faccio anche un bucato, approfittando della lavatrice. Avremmo voluto vedere anche le famose terme Gellert, ma nessuno dei due ha più voglia di camminare (le terme sorgono sulla riva di Buda). Rimandiamo anche queste ad una prossima visita. Usciamo più tardi diretti ad uno dei locali alternativi della Kiraly ut, indicatici da un’amica vissuta qui, il Kuplung. Il posto è molto carino. Seduti ai tavolini nel cortile osserviamo il grande murales della balena, mentre sorseggiamo una birra e un mojto. Poi passeggiamo fino al teatro dell’Opera e al viale Andrassy, lungo boulevard fiancheggiato da eleganti edifici ottocenteschi. Per cena torniamo al ristorante Kazimir, nel quartiere ebraico, situato non troppo distante. Ceniamo ancora meglio della volta precedente: due superlativi antipasti a base di paté d’oca, servito con germogli, cipolle caramellate, e verdure fresche. Poi a casa a preparare i bagagli. L’indomani si parte, la Romania ci aspetta!