5 agosto
Broumov-Wroclaw (Polonia) km. 197
Il sole ci accompagna mentre cavalchiamo nell’aria fresca del primo mattino. La meta di oggi è la città di Wroclaw (Breslavia) ma prima di arrivarci intendiamo visitare la Cappella di Kudowa Zdroj, detta dei Teschi per via dei ca. 3000 teschi e altre ossa che ne rivestono l’interno, che si trova nella valle detta Conca di Klodzko. Il navigatore, però, ci fa “tagliare” per stradine ed entrare in territorio polacco subito, mentre noi vogliamo percorrere la strada che da Broumov prosegue nel Chko Broumovsko sino a Nachod e da lì entrare in Polonia. Knut modifica il percorso sul Garmin così, dopo un paio d’ore giungiamo alla Cappella. Grande è la delusione trovandola chiusa! Altri turisti si aggirano come noi attorno al piccolo edificio, cercando di capire gli orari di apertura che… non sono specificati. Non resta nient’altro da fare che ripartire.Facciamo la 387, una bella strada che attraversa il parcho nazionale
"Gòr Stolowych" e all’ora di pranzo ci fermiamo a Radkow una cittadina piuttosto decadente, ma con una bella piazza dove parcheggiamo la moto. Ci sediamo nel dehors del Hotel Radkòw e consumiamo un pasto soddisfacente, tenuti d’occhio da un barbone che si è seduto vicino a noi. Dopo il pranzo riprendiamo e, in un paio d'ore, arriviamo alla meta. C’è parecchio traffico in città. Impieghiamo diverso tempo per raggiungere l’hotelCampanile, prenotato ieri, che si trova all’inizio di un ponte sul fiume che conduce al centro storico. A causa dei lavori stradali in corso nella zona non riusciamo a capire come accedere alla via dov’è situato, per cui siamo costretti a fare un lungo giro, cercando un altro punto d’accesso. Quando ci ritroviamo ancora allo stesso punto, con la via d’accesso chiusa per i lavori, questa volta Knut passa sul marciapiede, così arriviamo con la moto proprio davanti all’ingresso. Ci sistemiamo in camera, apriamo i bagagli, poi Knut scende per parcheggiare meglio la BMW.
Wroclaw è una bella città, ricca di storia, attraversata dal fiume Oder. Un paio d’ore più tardi percorriamo il lungo ponte che conduce alla Città Vecchia, il cui centro è la grandiosa piazza del Mercato, circondata da splendidi palazzi. Seduti al tavolino all’aperto di uno dei numerosi locali, ordiniamo due birre. Nel frattempo, il cielo è diventato plumbeo e scoppia un temporale. In breve, diviene talmente violento da costringere sia noi sia gli altri avventori a rifugiarci all’interno del locale. Il tutto dura circa un’ora. Quando smette di piovere torniamo a passeggiare, ammirando le facciate pastello degli edifici. L’aria si è parecchio raffreddata, così, vista anche l’ora, ci avviamo lungo una delle belle strade lastricate, in cerca di un locale dove cenare. Troviamo un tavolo libero in un caratteristico ristorantino. Ceniamo con un piatto di salsicce con rafano, cipolle stufate e patate al forno per Knut; puntine di maiale bruciacchiate, cipolle e patate fritte per me. Il locale si affolla parecchio, perciò, terminata la cena, usciamo. È ancora chiaro, quindi torniamo a gironzolare per la piazza, ora affollata da turisti e abitanti. Ci divertiamo ad andare in cerca degli “gnomi” di Wroclaw. Si tratta di minuscole statuette che rappresentano gnomi, sparse in ogni angolo del centro storico. Sono perennemente occupati: c’è quello che mangia il gelato, quello che cavalca un leone, due vestiti da pompieri domano un incendio, mentre un altro va in motocicletta. C’è quello che ti offre un cuore e quello che ti porge un dono. Ce n’è anche uno che è stato arrestato e ti guarda tristemente da dietro le sbarre di una finestra. La storia di questi gnomi risale agli ultimi anni del regime comunista polacco, quando il movimento di protesta “Alternativa Arancione” trovò questo sistema per esprimere pacificamente la propria opposizione al regime. L’ufficio del turismo fornisce una mappa del centro storico con segnalata la posizione degli gnomi. Noi abbiamo preferito scoprirli qua e là, nascosti lungo i marciapiedi o negli angoli, sotto o sopra finestre e vetrine. È stato molto divertente.
Quando si fa buio torniamo lentamente verso l’albergo.
Ci aspetta un’intensa giornata di visite, dato che domani partiremo. Consumiamo una colazione abbondante alle 8,30, poi usciamo nel sole, muniti di due macchine fotografiche. Camminiamo sul lungo ponte sull’Oder, soffermandoci ad osservare le grandi chiuse sul canale vicino all’hotel. Ho letto su una guida che la città sorge su 12 isole collegate da 112 ponti! Giunti sull’altra sponda ci dirigiamo all’Università, fondata nel 1702 dall’imperatore Leopoldo, come Accademia. Nel 1811 fu trasformata in Università e ben otto premi Nobel la frequentarono.
Giunti allo splendido portone blu decorato in oro, lo troviamo ancora chiuso. In attesa dell’apertura gironzoliamo nei paraggi. Alle 10 in punto ci ripresentiamo all’ingresso. Acquistiamo i biglietti per visitare l’Aula Leopoldina, l’Oratorio Mariano e la Torre della Matematica.
L’aula è un delizioso gioiello barocco, ricco di stucchi, dorature e statue; il soffitto è affrescato con dipinti allegorici. Passiamo poi all’Oratorio, di un’assoluta bellezza, ora usato come sala per concerti. Per concludere saliamo l’imponente scalinata nella Torre della Matematica, in cui sono esposti gli strumenti di cui era dotato l’osservatorio (bussole, telescopi…) La torre ha un’altezza di 42 metri e permette di ammirare una splendida vista dell’Oder e del centro storico cittadino.
Soddisfatti dalla visita, percorriamo poi una strada acciottolata, sbucando sul lungofiume che attraversiamo tramite un ponte pedonale. Siamo ora sull’isola Piasek, dove, circondate da bei giardini fioriti, si ergono due grandi chiese: Santa Maria sulla Sabbia e Sant’Anna. Un altro ponticello pedonale porta a Ostròw Tumski, che era un’isola fino al XIX secolo quando venne prosciugato il ramo nord del fiume. Vi sorgono, imponenti, le chiese gotiche di Santa Croce, costruita su due livelli, la Cattedrale di san Giovanni, il Palazzo dei Vescovi e la piccola chiesa romanica di Sant’Egidio, risalente al 1230, la più antica della città. Non è un caso che le due strade che attraversano l’isola si chiamino: Katedralna e Kanonia.
Ritornati sull’altro lato del fiume percorriamo un tratto di una grande via, al cui angolo si staglia il massiccio edificio turrito del Mercato Coperto, risalente ai primi del ‘900. Entriamo a dare un’occhiata, ma non è particolarmente interessante, perciò, ci dirigiamo verso il centro, percorrendo stradine tranquille. In una di queste ci soffermiamo a osservare e fotografare le “targhe” del Sentiero della Storia di Wroclaw, inserite sul marciapiede acciottolato che passa davanti a un paio di chiese. Partono dall’anno 1000, data di fondazione del Vescovato di Wroclaw, e arrivano al 2017, data dello svolgimento dei World Games. Con tutto questo camminare ci è venuta una gran fame, perciò ci sediamo ai tavolini di un bar/panetteria. Gustiamo due delizie di sfoglia ripiena di verdure e due ricchi paninozzi, annaffiati da un ottimo vino bianco. Un paio d’ore più tardi, con una lunga passeggiata digestiva, ci dirigiamo al curioso edificio circolare che contiene il “Panorama Raclawicka”. Si tratta di un enorme diorama circolare sulla battaglia di Raclawice dell’aprile 1794, in cui i polacchi sconfissero i russi. Dobbiamo aspettare parecchio, seduti in sala d’attesa prima, in una lunghissima coda poi, per poter entrare intruppati, accompagnati da una guida (i gruppi sono formati da una quarantina di persone alla volta). Quando finalmente è il nostro turno, all’entrata sono costretta a lasciare in guardaroba la mia piccola borsetta/ zainetto perché “non si può entrare con gli zaini.” A nulla vale spiegare che è una borsetta con manico e cinghie e che contiene, oltre a portafoglio, fazzoletti e cellulare, l’astuccio con i medicinali salvavita, poiché soffro di allergie. Cerco di far capire che le ridotte dimensioni non avrebbero causato alcun problema, ma non serve a nulla… Ci arrabbiamo davvero. Knut da dell’idiota allo strafottente addetto all’ingresso,
esclamando che avrebbero dovuto avvertire in biglietteria di quella norma. Non avremmo acquistato i biglietti e atteso più di un’ora per entrare. A parte questo spiacevole episodio riteniamo che l’opera in sé non abbia un gran valore per chi non è polacco, anche perché le spiegazioni della guida sono solo in quella lingua. Stanchi per le lunghe camminate della giornata, rientriamo in albergo a riposare. Ne emergiamo per recarci a cena nel piccolo locale della sera precedente, che non è troppo distante né dall’hotel né dalla piazza del Mercato. Dopo cena passeggiamo ancora nella splendida, grande piazza e ci concediamo un ultimo bicchiere, sprofondati nelle comode poltroncine di un elegante bar, ammirando le facciate illuminate del Municipio e dei bei palazzi intorno.