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moto

15 agosto
Kryzowka –
Banská Stiavnica (Slovacchia) km. 290
Partiamo nel fresco del primo mattino. Ripercorriamo la bella strada che attraversa i folti boschi del Magurski Park Narodowy, diretti al villaggio di Berest e alla sua chiesa in legno. Parcheggiamo la moto nello spiazzo davanti ad una panciuta torre campanaria. L’edificio della chiesa, costruita nel XVIII secolo, con il suo alto campanile interamente rivestito di tegole di chiesa_berestlegno, sormontato da una torretta. Il posto è chiuso e deserto. Dopo poco sopraggiungono due auto i cui occupanti ci spiegano che la chiesa dovrebbe aprire a breve. Difatti vediamo uscire da una vicina casa due preti, che, però, salgono su un veicolo. La donna con cui avevamo parlato si avvicina loro, poi, mentre i due partono, torna da noi spiegando che i preti si stanno recando alla vicina chiesa di Polany per la funzione, dopodiché torneranno qui ed apriranno la chiesa. Siamo delusi, non abbiamo il tempo di aspettare un’ora, perciò salutiamo e partiamo, diretti a Polany. Knut copre i pochi chiesa_polanychilometri che separano le due località molto velocemente. Giungiamo alla chiesa di Polany che appare in posizione sopraelevata, circondata da alberelli di cipresso e da un prato verde. Ci ritroviamo in mezzo a diverse famigliole vestite a festa che hanno tra le braccia grandi mazzi di fiori. Sono impressionata dalla giovane età delle coppie e dal numero di bambini. Smonto rapidamente dalla BMW e mi avvio all’ingresso scattando foto. All’esterno del bell’edificio di legno sostano parecchie persone in completo silenzio e con le mani interno_chiesa_polanygiunte. Mi osservano, poi tornano in raccoglimento. Mi sento a disagio, per cui entro in chiesa. Una moltitudine di fedeli occupa i posti a sedere, altri stazionano in piedi. Sentendomi sempre più un’intrusa mi siedo sull’angolo dell’ultima panca, sentendomi osservata da tutti quelli intorno. Poi il silenzio diventa ancora più profondo all’ingresso dei due preti dietro l’altare. Scatto un’unica foto, poi mi dileguo uscendo all’esterno. Passo tra i fedeli inginocchiati nel cortiletto e scendendo per tornare al parcheggio, incrocio Knut che sta risalendo il vialetto. Mi guarda sorpreso. Spiego l’impossibilità di visitare la chiesa per via della funzione religiosa in pieno svolgimento. Delusi mettiamo i caschi e ripartiamo, faticando ad uscire dal parcheggio per via delle numerose automobili in arrivo. Ci domandiamo il motivo di tanto affollamento, non è domenica… poi mi sovviene che oggi è il 15 agosto. Per i cattolici è la Festività dell’Assunzione e siccome i polacchi sono molto religiosi ecco spiegata la ragione dell’affollamento! A questo punto ci è passato il desiderio di ulteriori visite a chiese di qualsivoglia tipologia. “Basta Polonia!” esclamiamo “Troppa gente ovunque!” Slovacchia arriviamo!”
Detto fatto ripartiamo e in breve varchiamo il confine. Si viaggia veloci sulla strada 77 che regala begli scorci sui monti. Oltrepassata Starà Lubovna proseguiamo spediti fino a Poprad. Nel frattempo, il cielo si è rannuvolato e nubi pesanti hanno coperto le cime dei monti.
Decidiamo di fermarci per una veloce sosta pranzo in un’area di servizio. Poi, lasciata l’autostrada D1 imbocchiamo la strada 72 in direzione sud, attraverso il Parco Nazionale dei Nizke Tatry (Piccoli Tatra).
Intorno alle 13,30 giungiamo al Castello Lupciansky Hrad per visitarlo. È stato completamente ristrutturato e resta ben poco degli arredi originari. La visita guidata di un’ora è stata comunque interessante e non ci pentiamo della sosta. Soddisfatti, lupciansky_hradripartiamo verso la meta successiva: Banskà Stiavnica, dove arriviamo intorno alle 15,30. Parcheggiata la moto in una grande piazza nel centro storico cerchiamo un posto per la notte su booking. Prenotiamo una camera all’Apartmani pod Klopackou non troppo distante da dove ci siamo fermati.  Però, quando arriviamo all’indirizzo dell’Apartmani dieci minuti più tardi, scopriamo con disappunto che non vi è nessuno ad attenderci e non c’è neppure una reception. Mentre ci guardiamo intorno, sconsolati, sopraggiunge un altro ospite in spritzbicicletta a cui chiediamo informazioni. L’uomo, che parla inglese, spiega che il posto fa parte dell’hotel Grand Matej, situato più avanti sulla via principale. Tiriamo un sospiro di sollievo e, lasciata la moto, ci avviamo a piedi. L’hotel si trova all’altra estremità del paese, in fondo alla lunga strada che attraversa il centro storico. L’addetta alla reception ci consegna le chiavi della camera e spiega come raggiungere il parcheggio. In quel momento a Knut arriva un sms dell’hotel con tutte le istruzioni. Capiamo di essere arrivati troppo in fretta! Più tardi, dopo esserci sistemati nella spaziosa camera, usciamo alla scoperta della cittadina. Scattiamo un paio di foto al Castello, situato a poca distanza dall’edificio pivovar_erbdell’apartmani, poi scendiamo lungo la via principale, osservando i palazzi che la fiancheggiano. Ci sediamo in un bar i cui tavolini esterni sulla terrazza consentono una bella vista sulla grande chiesa e sull’edificio del Museo. Non potevamo trovare luogo migliore per gustare l’aperitivo.

Andiamo poi a prenotacenare un tavolo per cena al Pivovar Erb, situato in una fabbrica di birra. Il locale è molto caratteristico. Nella grande sala spiccano due enormi serbatoi in rame. Per cena ordiniamo la specialità del locale: uno “spiedone” di garretto di maiale affumicato, servito con patate, barbabietole, senape, rafano e cetrioli sott’aceto. Quando usciamo è calata la notte. La luce gialla dei lcastelloampioni dona un sapore antico alla chiesa. In silenzio ci soffermiamo ad ammirare il cielo e la sagoma illuminata del castello.

         

 

 

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