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moto

16 agosto
Banská Stiavnica – Ptuj (Slovenia)

Oggi solo una lunga tappa di trasferimento. Il cielo coperto va benissimo, non soffriremo il caldo pur indossando la giacca esterna antivento e antipioggia del completo Motoinfinito. Percorriamo velocemente la E58 per Nitra e Bratislava. Effettuiamo una sosta ad un’area di servizio per fare il pieno , anche se è presto. Ripartiti, in breve oltrepassiamo la bella capitale slovacca, visitata in due viaggi precedenti. Decidiamo di percorrere strade statali e ci fermiamo in una piccola località austriaca, Winden am See, per pranzo in un piacevole locale,Gasthaus Karlwirt. Dopo pranzo imbocchiamo l’autostrada A2, poi, lungo statali arriviamo aPtuj. Non troviamo posto all’hotel Poetovio dove avevamo soggiornato l’anno precedente, così proseguiamo. Pochi chilometri dopo troviamo una camera in un tre stelle: Hotel Roscar, un'pò vecchiotto, ma con un ottimo ristorante.hotel_roscar

 

 

 

 

 

 

17 agosto
Ptuj – Karlobag (Croazia) km. 333

Partiamo subito dopo un’abbondante colazione. Lasciataci Ptuj alle spalle ci dirigiamo museo_della_guerraverso la Croazia. A Karlovac passiamo vicino il museo all’aperto dei mezzi di guerra che visitammo durante il Balkan Tour 2013. Il traffico è intenso, non si ha la possibilità di sorpassare. La cavalla scalpita e noi pure. Ci fermiamo per pranzo nel piccolo villaggio di Rastoke, situato alla confluenza di due fiumi che creano cascatelle e piscine. Notati diversi veicoli fermi a bordo stradrastokea e parecchie persone che si sporgono dal parapetto ci fermiamo. Scendiamo in moto lungo la stretta stradina che porta in fondo alla gola e arriviamo al villaggio. C’è festa! Una banda suona mentre uomini e donne in costume tradizionale ballano in cerchio e cantano. Parcheggiamo la moto davanti ad un locale e, dopo una breve attesa, riusciamo a sederci ad un tavolo sulla terrazza. Mentre aspettiamo le pizze abbiamo modo di filmare e fotografare la festa. Dopo pranzo ci concediamo una breve passeggiata per ammirare festale piccole case, raccolte in un punto panoramico lungo le rive del fiume. Ripartiamo soddisfatti del piacevole intermezzo. Giunti a Korenica prendiamo la strada D25 che s’inoltra tra i monti del Velebit. Finalmente il traffico scompare e possiamo lanciare la moto lungo i tornanti che si susseguono. Il panorama montano è rilassante. Dalla fitta vegetazione spuntano le rocce scabre del Velebit. Poi la strada si tuffa con ampie curve verso il mare Adriatico. Giungiamo a Karlobag, la nostra meta per i prossimi due giorni. Dobbiamo percorrere più volte le stradine in salita del paese prima di riuscire a trovare la casa dove abbiamo prenotato un appartamento perché molte vie non hanno un nome e il GPS ci porta nel punto sbagliato. Quando torniamo per l’ennesima volta allo stesso incrocio chiedo informazioni ad una donna. Finalmente, mi indica la via e solo allora notiamo che l’insegna con il nome è giardinettonascosta da piante rampicanti. Giunti alla villetta siamo accolti dalla proprietaria, un’anziana donna, che ci accompagna all’appartamento. Siamo favorevolmente colpiti. Non solo è grande, fornito di tutto l’occorrente, ma ha anche uno spazio con tavolino e sedie nel giardino roccioso a nostro uso esclusivo. Ci sistemiamo, una doccia rinfrescante, un cambio abiti e siamo pronti ad esplorare il borgo. Si arriva al centro del paese percorrendo una lunga strada in discesa. È un tipico borgo di pescatori, con le case raggruppate una vicino all’altra lungo viottoli e scalinate. In breve, lo giriamo tutto. Per cena optiamo per un locale in fondo alla piazzetta centrale. Non ci torneremo: carissimo!

 

18/19 agosto
Karlobag

cris_al_mare_karlobagTrascorriamo due rilassanti giornate all’insegna di tuffi nelle acque cobalto, di sole, di lettura nel nostro piccolo e ombroso giardino roccioso. Unica nota negativa: la cucina dei ristoranti provati lascia molto a desiderare e i prezzi sono elevati. L’ultima sera decidiamo di cenare a casa preparandoci un’ottima grigliata.vista_dal_balcone_a_karlobag

 

 

 

 

 

20 agosto
Karlobag – Zadar km 93 – Zadar - Brbnj (Isola di Dugi Otok) by ferry
Brbnj – Sali km 25

Salutata la gentile padrona di casa partiamo diretti a Zadar (Zara) dove alle 13,00 ci imbarcheremo per l’isola Lunga (Dugi Otok). In città incontriamo parecchio traffico. Arrivati in zona città vecchia, abbiamo la fortuna di parcheggiare la BMW sul lungomare. Scendo dalla moto, avendo notato una famiglia accingersi a salire in auto, per tenere il posto. E’ una famiglia bielorussa. La madre parla un buon inglese così come la figlia. Sono incantati dal logo del nostro viaggio Centralasiatour2012. Quando notano le bandierine della Russia chiedono se abbiamo visitato anche il loro Paese. Alla nostra risposta negativa ci invitano in Bielorussia. Ci scambiamo le mail e i numeri di cellulare, poi ci salutiamo. Partono e noi piazziamo la moto nel posto lasciato libero. Sistemiamo caschi e giacche e ci incamminiamo verso il mare. Ci sediamo sui gradoni che digradano nel mare per ascoltare il suono delle onde prodotto dall’installazione chiamata “l’Organo”. Poi ci inoltriamo lungo le vie lastricate della città antica. Giunti alla bella cattedrale romanica di Santa Anastasia che desideravo da tempo visitare sono fermata all’ingresso perché indosso un top. Così entra solo Knut, mentre io occhieggio l’interno a tre navate dall’ingresso. Passeggiamo poi lungo le viuzze, ma il caldo riverberato dai lastroni della pavimentazione stradale e gli cris_traghettostretti vicoli ci fanno tornare velocemente verso il mare, dove ci sediamo al tavolino ombreggiato da grandi alberi di un bar. Due birre freddissime e due sandwich ci rinfrancano. Risaliti in moto ci rechiamo al porto vecchio dove, alle 13,00, ci imbarchiamo sul traghetto che ci condurrà all’isola scelta per quattro giorni di vacanza marina. Sbarcati a Brbinj percorriamo una ventina di chilometri verso sud, diretti alla località di Sali, scelta per la vicinanza al Parco Naturale di Telascica. Troviamo facilmente l’hotel prenotato. Si compone di tre edifici immersi in una pineta di pini marittimi che digrada verso il mare. Non potevamo scegliere un luogo migliore. spritzIndossiamo sandali, costumi da bagno, prendiamo i teli da mare e seguendo un sentiero tra i pini arriviamo al mare. L’acqua è fredda e corroborante. Domani sceglieremo un posto più defilato e meno affollato, per potere possibilmente essere soli. Più tardi saliamo al piccolo bar nella pineta. Seduti a sorseggiare una birra e uno spritz: cosa vogliamo in più dalla vita?

21/22/23 agosto
Sali
La prima giornata la trascorriamo interamente sugli scogli, in una piccola insenatura, maredove siamo praticamente soli quando le due donne con cui la condividevamo se ne vanno per pranzo. Tornano verso le 17, quando è arrivata l’ombra e stiamo andandocene.
Il giorno seguente decidiamo di visitare il lato est dell’isola. Dopo una buona colazione in terrazza, vista mare, partiamo. Il sole inizia a scaldarmi la schiena, mentre la moto corre sulla strada pressoché deserta. Arrivati alla meta, parcheggiamo la moto in uno spiazzo. Seguiamo un sentiero tra la bassa vegetazione e sbuchiamo su una spiaggia di ciottoli bianchi. Il mare è turchese, cobalto all’orizzonte. Ci sono già alcune persone. Posizioniamo gli asciugamani distanziandoci dagli altri. Inutile dire che poco dopo la spiaggia si affolla. A mezzogiorno siamo già cotti e infastiditi da chi si è piazzato troppo vicino a noi. Un ultimo tuffo, poi ce ne andiamo, rifugiandoci all’ombra di un piccolo bar che offre anche panini e qualche piatto caldo. Risalire sulla moto sotto veli_ratil sole cocente delle 14 non è piacevole, la sella è bollente. Per fortuna la corsa fino al faro di Veli Rat ci rinfresca. Il faro è il più alto dell’Adriatico con i suoi 42 metri di altezza. A fianco c’è la chiesetta di San Nicola, dove molte coppie desiderano sposarsi potendo usufruire dell’appartamento sito nel faro. Torniamo verso sud e, dopo 45 chilometri, eccoci a Sali e all’albergo. Al tramonto ci sediamo al baretto in pineta per l’aperitivo. Più tardi scendiamo al porto dove si concentrano i locali e la vita notturna. Scopriamo un’interessante biblioteca/ludoteca: gli scaffali sono strapieni di libri, molti anche in diverse lingue, pareti e soffitti sono tappezzati da grandi fotografie in bianco e nero di attori e attrici, c’è gente seduta su divanetti a leggere, ragazzini intenti a giochi da tavolo. Insomma, è un libreriaambiente molto piacevole. Una sosta in un bar per il bicchiere della staffa al tavolino con vista sul porto, poi si ritorna in albergo, soddisfatti per la bella giornata trascorsa.
Il giorno seguente prendiamo la moto per visitare il parco naturale di Telascica. Acquistati i biglietti d’ingresso lasciamo la BMW al parcheggio. Proseguiamo a piedi lungo un largo sentiero lastricato. Cartelli indicatori segnalano percorsi e attrazioni. Ci inoltriamo tra la vegetazione intorno al lago salato. Grande e di un intenso verde luccica. Alcune telascicaimbarcazioni dondolano pigramente sull’acqua. Cerchiamo un posto adatto dove stendere i tappetini, ma non ne troviamo. Dopo un chilometro ca. arriviamo ad un punto di ristoro dove acquistiamo due bottigliette d’acqua. Proseguiamo la camminata inoltrandoci in una pineta. Arriviamo alle rive di un secondo lago lungo la cui sponda ci sediamo, accaldati, su una panchina. Stamattina il sole resta coperto; la caligine rende l’aria molto umida e afosa. Non troviamo un posto adatto dove stendere i tappetini. Non ci sono spiaggette, né insenature, solo terra rossa o piccoli moli in cemento. Anche il lago non è attraente per un bagno perché il fondo è fangoso. Torniamo sui nostri passi e proseguiamo lungo il pedonale_telascicalago più grande. Dopo un po’ decidiamo di tornare sui nostri passi fino al bar in cui abbiamo comprato l’acqua. Ci sediamo ad un tavolo sulla veranda e ordiniamo due caffè. Siamo indecisi sul da farsi e un po’ delusi. Non so cosa ci aspettassimo, ma non troviamo nulla di straordinario in questo ambiente per cui decidiamo di andarcene. Aspettiamo la partenza del veicolo elettrico che ci ricondurrà al parcheggio ed è con piacere che saliamo sulla nostra moto e partiamo con un rombo potente. Una volta usciti dalla zona del Parco l’aria è meno umida. È bello correre sentendo l’aria sul volto. La prossima meta sono le scogliere Stene che raggiungono un’altezza di 160 metri all’apice e una profondità di 85 metri. Scattiamo parecchie fotografie perché la vista è impagabile!  Ripartiamo per dirigerci a Brbinj. Dobbiamo fare benzina e acquistare il biglietto per il ferry che domani ci riporterà sulla terraferma. Rientrati a Sali facciamo una doccia rinfrescante, poi scendiamo al mare attraverso la pineta per goderci un bagno dagli scogli. Ceniamo al ristorante vicino all’albergo, decisamente il migliore del paese. Compiamo un’ultima passeggiata fino al portoporto, sotto una luna enorme. Ci sediamo a un tavolino del solito locale da cui possiamo godere la vista delle barche agli ormeggi, le mille luci che illuminano la piazzetta, i vicoli, le basse case dei pescatori. Poi ripercorriamo, lentamente, la lunga salita che porta all’hotel. Sistemiamo i bagagli perché è l’ultima notte: domani inizierà il rientro.

 

 

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