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13 agosto
Sanok

Al risveglio il cielo è coperto, cade una fine pioggerella. Uscendo per fare colazione al piazzabar-pizzeria, da cui si accede solo dallo spiazzo antistante, ci accorgiamo che l’aria è piuttosto fredda. Più tardi, muniti di due ombrellini, ci incamminiamo verso il centro. La Città Vecchia ha un impianto urbanistico medievale. Strette vie acciottolate sono fiancheggiate da case ottocentesche, dipinte in tenui tinte pastello. La grande Piazza del Mercato appare vuota. Anche i gazebo di legno non presentano merci in esposizione. Infreddoliti entriamo nella Chiesa Francescana della Santa Croce, la più antica della città. Mi siedo su una panca e mi guardo attorno. Osservo le volte decorate e il bell’altare barocco. Tutto è semplice e accogliente, invita al raccoglimenchiesato.
Sull’altro lato della vasta piazza sorge il Municipio, dalla particolare facciata rosa pallido. Dato il tempo infausto ci dirigiamo al Castello rinascimentale, con la vicina karczma, locanda, che ospita il Museo Storico. Visitiamo le sale in cui sono raccolte opere d'arte del periodo dal XIV al XX secolo e una collezione di icone fra le più importanti del mondo.

Visitiamo quadroanche la collezione di opere del pittore Zdzislaw Beksinski, originario di Sanok.
Quando riemergiamo dal Museo ha smesso di iconapiovere. Decidiamo di sederci all’aperto, ai tavolini sotto grandi ombrelloni di una locanda,Jadło Karpackie. Ordiniamo due calici di vino rosso, che sorseggiamo mentre osserviamo l’andirivieni dei turisti che ora passeggiano in piazza a o si siedono intorno a noi. Poco dopo, però, decidiamo di entrare nel locale, non è confortevole sedere al freddo. L’interno è molto bortschaccogliente, arredato in stile rustico. Alle travi del soffitto e sulle mensole fanno bella mostra recipienti, bilance, paioli in rame, ottone e utensili in legno dei tempi passati, mentre alle pareti sono esposte vecchie fotografie. Per pranzo ordiniamo due zuppe di bortsch e patate fritte.

 

Un’ora più tardi ci dirigiamo al Museo Etnografico all’Aperto, che raggiungiamo con una camminata di un paio di chilometri. Si tratta di un ampio Museo in cui è ripiazza_museocostruito un antico villaggio che riproduce l’architettura e le attività della vita tradizionale del passato. Le case di legno, alcune dipinte con motivi geometrici, hanno tetti spioventi di tegole o d’erba.
Al centro del villaggio, in un largo spiazzo, sono riprodotte le botteghe di un tempo. Entriamo in quella dell’orologiaio, le cui pareti sono tappezzate con antichi orologi a pendolo. Passiamo in quella del fornaio e successivamente entriamo in una delle case che è possibile visitare.
orologiaioRicomincia a piovere mentre giungiamo alla particolare chiesa di legno, dal campanile rivestito di scandole. A un certo punto piove talmente forte che siamo costretti a trovare riparo in una delle casette, aspettando che l’intensità diminuisca. Trascorsa una mezz’ora, non appena è di nuovo possibile camminare senza inzupparsi, ci avventuriamo sui sentieri, ora piuttosto fangosi. Compiuto il periplo esterno usciamo dal Museo e torniamo verso il centro storico della cittadina. Ripercorriamo le strade acciottolate osservando le vetrine dei negozi. Entriamo in un locale per dissetarci, poi torniamo lentamente all’albergo. Prima di salire al nostro miniappartamento, passiamo dalla pizzeria sottostante a prenotare un tavolo per cena. Quando scendiamo il locale è affollatissimo, abbiamo fatto bene a prenotare. Due buone pizze, due birre alla spina e l’immancabile dessert coronano questa piacevolissima giornata.

14 agosto
Sanok – Kryzowka km. 158

Partiamo sotto una leggera pioggerella che ci accompagnerà per tutto il tragitto. Il programma previsto prevede la visita ai siti di alcune antiche chiese in legno, Patrimonio dell’Unesco. Scegliamo un percorso su strade secondarie per arrivare alla prima tappa del giorno,Haczow.
Piove intensamente quando parcheggiamo la moto davanti al cancello d’ingresso a chiesaquesto capolavoro dei carpentieri dell’epoca: la chiesa dell’Assunzione della Benedetta Vergine Maria. Risale alla fine del XIV secolo. È la più antica chiesa in legno costruita con la tecnica dei tronchi posti orizzontalmente e assemblati senza l’uso di chiodi. L’interno è purtroppo molto buio, si intravedono appena i dipinti sulle pareti e sul soffitto. Scattiamo comunque alcune foto. Una volta usciti percorriamo il periplo della costruzione lungo il passaggio coperto, divertendoci ad immortalarci a vicenda. Ripartiamo allegri riprendendo il nostro itinerario, perdendoci per via delle deviazioni per i lavori, fino a ritornare sulla 993 e proseguire. Ci fermiamo, infreddoliti e inumiditi perché le giacche antipioggia hanno lasciato penetrare un po’ d’acqua, in un’area di servizio con annesso ristorante. Decidiamo perciò di pranzare. Ci tratteniamo per un’ora buona, sperando che il tempo migliori. Dato che siamo all’asciutto ne approfittiamo per cercare un posto dove dormire. Prenotiamo una camera al Pensionato Orle, a Piorunka. Ripartiamo decisi a recarci subito in hotel perché non è piacevole visitare le chiese in programma con questo meteo perverso. Le rimandiamo all’indomani.
Arrivati al paese indicato iniziamo a percorrere su e giù le strade, anche a piedi, perplessi per il fatto di non trovare indicazioni né il centro del paese. Si susseguono solo casette e ville con giardino, ma di alberghi non c’è l’ombra.
Avviliti, riprendiamo la strada principale. Percorsi alcuni chilometri un nuovo cartello indica Piorunka. “Ma guarda” esclamo “Ha lo stesso nome dell’altro. Vuoi vedere che è questo il paese?” Difatti, appena usciti anche da questo piccolo centro abitato, finalmente arriviamo al Pensionato Orle, che consta di un gruppo di bassi edifici bianchi intorno a verdi praticelli. La camera è un po’ piccola, così come il bagno dove appendiamo giacche e pantaloni ad asciugare, mettendo al massimo il riscaldamento. Ci prepariamo due bevande calde con il set di cortesia che aiutano a farci sentire meglio. A poco a poco smette di piovere. Scopriamo che il ristorante funziona solo in inverno. “Bho! Chiediamo informazioni al direttore sul posto più vicino dove poter cenare. Ci indica di proseguire lungo la strada principale per 400 metri circa. Detto fatto partiamo per la passeggiata osservando il cielo arrossarsi per il tramonto. Dopo aver camminato per un bel pezzo, in discesa, giungiamo ad un paese e vediamo subito, al di là di una rotonda, l’insegna di un locale, il Karczma zloty ròg. Il posto è molto carino e accogliente, arredato in stile rustico. Ordiniamo due piatti di carne con patate, ottimi, seguiti da due fettone di torta. Il ritorno avviene al buio lungo il margine della strada, rischiarata dai fari dei veicoli in transito.

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