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moto

10 agosto
Escursione sul monte Kasprowy Wierch.

Stamattina il sole gioca a rimpiattino con le nuvole. Dopo un’ottima colazione saliamo stradasulla Adventure e partiamo rombando nel fresco del mattino, diretti a Zakopane. La strada secondaria che abbiamo scelto attraversa i boschi, e sale con ampie curve in quota. Più ci avviciniamo alla località più turistica dei Tatra più il traffico aumenta. Percorsi una trentina chilometri, giungiamo alla cittadina alla moda, la Cortina polacca, dove il traffico è intenso. Perdiamo parecchio tempo a causa delle deviazioni per lavori, ma troviamo un parcheggio per la moto a circa un chilometro dalla funivia. Abbiamo avuto fortuna poiché il lungo viale è percorribile solo da bus e taxi. Difatti saliamo su un taxi che ci scarica alla partenza della funivia, o meglio dove la strada finisce ed inizia una lunga coda di turisti. Ci mettiamo in fila anche noi. A un certo punto notiamo delle persone che procedono lente all’esterno della coda, sventolando dei foglietti. Una si avvicina offrendoci due biglietti di andata e ritorno. Perplessi, scuotiamo la testa. Allora la donna ci avverte, in inglese, che difficilmente riusciremo a salire in funivia prima del pomeriggio, data la quantità di persone in attesa. Spiega che può venderci due biglietti per la salita delle 11,30 con ritorno alle 13,30. Visto che sono le 10,30 chiediamo il prezzo: 90 euro! Sembra parecchio, ma calcolando il tempo che risparmieremmo accettiamo. Usciti dalla coda saliamo i gradini che dallo spiazzo portano ad un cortile alberato. Da lì possiamo osservare la fila che prosegue come un serpentone fino alla biglietteria e poi oltre, fino all’ingresso di un cancello.
<< Abbiamo fatto bene a comprare i biglietti dalla bagarina>> commentiamo guardandoci intorno.    Il luogo è piacevole. Tra grandi alberi si trovano alcune costruzioni: bar, ristoranti, negozi. Passeggiamo lungo i sentieri tracciati, arrivando a un ponticello di legno che scavalca un torrente. Seduti all’ombra osserviamo la coda che sembra non avanzare mai. Ne capiamo il motivo quando notiamo che all’arrivo di una cabina della funivia viene fatto passare un gruppo di una ventina di persone da un ingresso riservato, mentre chi è nella coda deve aspettare. Presto arriva il nostro turno e anche noi passiamo dall’ingresso riservato. Entrati nella cabina riesco a sedermi in buona posizione per poter scattare fotografie. Lo sguardo si posa sui monti coperti di boschi, mentre, a mano a mano che si sale, ci avviciniamo a cime rocciose e scabre. Arrivati alla stazione di arrivo, a 1987 metri di quota, abbiamo circa due ore a disposizione prima del ritorno. Ci affacciamo da un belvedere per ammirare lo scenario che si stende davanti ai nostri occhi: incantevole! Optiamo per percorrere un sentiero in salita che conduce a un piccolo osservatorio, sperando vi siano meno persone rispetto alla quantità di quelli che vediamo camminare in direzione di una vetta non molto distante. Il sentiero termina ad una piccola costruzione, ora chiusa, intorno a cui è seduta molta gente, così come tutto intorno.
<<Mamma mia!>> esclamo << tutti i polacchi si sono riversati qui?>>
È difficile riuscire a raggiungere un punto elevato, poco più avanti, per ammirare il panorama che si stende tutto intorno. Scattiamo diverse fotografie, poi torniamo sui nostri passi, inciampando nei piedi di quelli che si arrampicano, si siedono in ogni spazio libero, ci attorniano. Scendiamo il ripido sentiero e torniamo allo spiazzo di arrivo. Ovviamente sul belvedere non c’è posto dove potersi sedere sulle poche sdraio a disposizione. Famiglie rumorose hanno interamente occupato ogni centimetro del belvedere. Così entriamo nel self-service per mangiare qualcosa. Guadagnato un mezzo tavolo e due sedie libere ci sediamo e, a turno, andiamo a prendere due birre alla spina e due porzioni di patate fritte. Ci alziamo quando il locale si affolla. Entriamo allora in un negozietto di souvenir dove acquisto una t-shirt con l’effige del monte Kasprowy Wierch. Infine, decidiamo di tornare. Entriamo nella sala di partenza della funivia e saliamo sulla prima cabina che arriva, insieme a una massa che spintona. Riesco a trovare da sedere e sono contenta quando la corsa ha termine e posso scendere. Torniamo al parcheggio con una bella camminata. Siamo così nauseati dalla massa di gente ovunque che decidiamo di saltare la visita della cittadina troppo turistica e di tornare subito al nostro tranquillo paesino. Lungo la strada, invece, appena superato il paese di Bukovina Tatranzka, ci fermiamo ad un simpatico ristorante (Villa Silene Restauracia Skalnika) dove ci accomodiamo ad un tavolino all’aperto e ordiniamo un buon pasto.

11 agosto
Bialka Tatrzanska – Tarnow km. 155

Lasciata alle spalle Bialka ripercorriamo la strada che attraversa i Pieniny, proseguendo lungo il corso del Dunajec. Sostiamo a Stary Sacz, una delle città più antiche della PiazzaPolonia, fondata nel XIII secolo. Parcheggiata la moto nell’acciottolata, grande piazza centrale iniziamo l’esplorazione del luogo. La Piazza del Mercato è davvero grande e bella. Piccole case e negozi la circondano. Percorriamo stradine lastricate, notando l’estrema pulizia di strade e marciapiedi, i lampioni abbelliti da fiori e le delicate tinte pastello delle facciate di casette a un piano, dai grandi tetti spioventi. Giungiamo a un grande portale di legno scolpito, passando attraverso il quale si entra nel complesso che ospita il Convento delle Clarisse e la Chiesa gotica della portaleSantissima Trinità. È domenica, la messa è finita. Frotte di persone vestite a festa stanno uscendo dalla chiesa. Noi sembriamo fuori luogo, con il nostro abbigliamento motociclistico. All’interno scattiamo alcune fotografie agli affreschi e alle cappelle più suggestive, poi usciamo da una porta laterale, ritrovandoci chiesanel cortile assolato del Monastero. Ci attardiamo ad osservare la torre sopra l’ingresso al complesso, il campanile e la facciata decorata di un edificio. Proseguiamo la scoperta della cittadina gironzolando a casaccio per le viuzze. L’appetito ci spinge a far ritorno alla Piazza del Mercato dove avevamo notato un ristorante con terrazza:restauracia Marysienka. Siamo fortunati, un tavolo in terrazza, addossato alla ringhiera è libero. Ordiniamo una birra e un calice di vino bianco e ci accingiamo a decifrare il menù. Ordiniamo due piatti del ristorantegiorno e cavolo fritto per contorno. Consumiamo il pranzo in tutta calma, non abbiamo fretta oggi. Difatti prendiamo anche due fette di torta di mele con salsa di lamponi e gelato alla crema. Burp!! Abbiamo esagerato! Ripartiamo satolli e accaldati. Mettiamo nel bauletto posteriore le giacche esterne e teniamo solo i giubbotti traforati. Appena usciti dal centro abitato Knut accelera, la cavalla corre felice sulla strada semideserta e finalmente il vento ci rinfresca un po’. Più avanti ci immettiamo sulla strada 975 in direzione nord-est. Il paesaggio è dolcemente ondulato. Si costeggia il lago Roznowskie, formato dal Dunajec. Barche, canoe, moto d’acqua solcano le acque azzurre. Dopo una lagocinquantina di chilometri giungiamo alla meta odierna: Tarnow, dove abbiamo prenotato una camera all’hotel Gal. Un paio d’ore più tardi usciamo per esplorare il centro storico della cittadina. Attraversiamo il parco a fianco dell’albergo per godere della sua ombra, poi ci incamminiamo per la strada principale che porta in centro. Cattura la nostra attenzione, sull’altro lato, una bella e grande chiesa in mattoni in stile neogotico, con due torri che svettano altissime. Attraversiamo l’arteria chiesaprincipale, vorremmo entrare a visitarla, ma dall’interno ci giungono canti, segno che si sta svolgendo una funzione religiosa. Ci ripromettiamo di visitarla al ritorno.
Giunti nella zona pedonale del centro, notiamo i begli edifici settecenteschi che la fiancheggiano, e i negozi di marchi alla moda, ma la nostra attenzione è catturata da un buffo tram rosso, che staziona davanti ad una gelateria come richiamo per i turisti. Non resisto al desiderio di una foto, mi posiziono davanti al mezzo e cris_tramchiedo a Knut di scattare. Proseguendo, in breve entriamo nella Piazza del Mercato, al cui centro giganteggia il particolare Municipio risalente al XV secolo, motivo per cui avevamo scelto di fermarci in questa località. Purtroppo, tutto il perimetro è cintato per lavori fino ad un’altezza di un paio di metri. Si vede solo una parte dell’edificio e la cima della torre in mattoni. Lungo il perimetro del tetto si susseguono statue.  Ovviamente la particolarità della municipiofacciata principale è nascosta dalla cinta. Delusi, ci sediamo a un tavolo libero sulla pedana di uno dei tanti bar, il più all’ombra possibile e mi consolo con un freschissimo Mojto. Anche la passeggiata sotto ai portici intorno alla piazza è deludente, non si riesce a cogliere la bellezza dei palazzi nobiliari intorno a causa dei lavori. Il nostro interesse si risveglia quando, girando a caso, ci troviamo a scendere una scala accanto a ciò che rimane di uno degli antichi bastioni che interrompevano le mura di cinta. Ci troviamo in quello che era il quartiere ebraico di cui, purtroppo, resta ben poco: le rovine della Vecchia Sinagoga. I nazisti sterminarono 25000 ebrei, la metà circa dell’intera popolazione della città. Ci colpisce un affresco sul vecchio muro di un edificio: grandi uccelli che dispiegano le ali e volano via. Dopo aver bighellonato per una lunga strada acciottolata su cui affacciano palazzi eleganti, torniamo sui nostri passi e ci guardiamo intorno in cerca di un locale dove cenare. Scegliamo un ristorante in centro, ilTatrzanzka, raccomandato dalle recensioni lette. È piuttosto elegante. Ceniamo ottimamente con due piatti abbondanti di arrosto, patatine e cavolo rosso, annaffiato da una bottiglia di un vino rosso locale, consigliata dal cameriere. Caruccio, ma squisito. Per finire in bellezza prendo un dessert “Winnie the Pooh”, Knut una fetta di torta guernita con frutti e gelato. La lunga passeggiata per tornare all’hotel ci aiuta a digerire l’abbondante cena.

 

12 agosto
Tarnow – Sanok km. 294

Nel sole del mattino usciamo dalla città. Lasciata la strada 73 a Dabrowa Tarnowska procediamo lungo strade secondarie diretti a Zalipie. Il villaggio è un insieme di casette, cottages circondati da giardini e orti. Qui tutto è dipinto a motivi floreali: le facciate delle case, recinti, pozzi, fienili nelle aie. Ovunque volgi lo sguardo noti questi sgargianti motivi di arte folcloristica. Ci fermiamo quasi ad ogni passo per scattare fotografie. Ripartiti, in breve raggiungiamo l’autostrada A4 che imbocchiamo in direzione est. Usciamo per una sosta a Lancut, dove si trova il castello, o meglio, la Residenza Fortificata del magnate Lubomirski che la commissionò all’architetto Marciej Trapola nel 1629. Il grande edificio sorge all’interno di un vasto parco, circondato da un largo fossato un tempo pieno d’acqua, ma ora interessato da lavori. Siamo favorevolmente impressionati dall’imponente facciata barocca, purtroppo “deturpata” dalla cinta innalzata per i lavori che impedisce di coglierne appieno la bellezza. Altra nota negativa una lunghissima fila di turisti si snoda davanti all’ingresso. Il palazzo ospita al suo interno un Museo. Chiediamo info e scopriamo che si entra a gruppi e solo con visita guidata. Dovremmo attendere almeno un’ora. Sono le 11, indossiamo i completi motociclistici, fa caldo…ci guardiamo negli occhi e la decisione di soprassedere è immediata. Usciamo dalla coda e ci concediamo una passeggiata attorno al castello, lungo gli ordinati vialetti, fotografando i curati roseti e la residenza da tutti i lati. Una volta usciti troviamo un semplice locale con i tavolini su una terrazza ombreggiata, dove consumiamo un pasto leggero. Riprendiamo la strada 881 in direzione 881sud-est puntando verso Przemysl. Vorremmo fermarci per visitare il centro storico e pernottare. Invece, una volta arrivati, ci incasiniamo nel caotico traffico. Non c’è modo di entrare nel centro pedonale, inoltre, non avendo prenotato un albergo, dovremmo cercare un garage per la moto e girare il centro a piedi.
881Knut sbuffa, è nervoso, non vuole lasciare la moto carica in strada. Non abbiamo più molta voglia di fermarci qui, perciò si riparte. Seguiamo la strada 28 che attraversa colline coperte di boschi.  Un centinaio di chilometri dopo sostiamo a margine strada per cercare di prenotare un hotel a Sanok. Ne troviamo uno ad un prezzo ragionevole, il Xavito, quindi fermiamxavitoo una camera per due notti. L’hotel è piccolino, dotato di parcheggio; ci assegnano un miniappartamento molto grazioso e luminoso. Inoltre, l’albergo serve la colazione nel bar pizzeria di proprietà, dove ceniamo seduti ad un tavolo all’aperto, sorseggiando dell’ottimo vino bianco locale.

 

 

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