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1 luglio
 Shiraz
Giornata dedicata alla visita della città. Shiraz è completamente diversa da Esfahan, non ha i suol'arg_karim_kani grandi boulevards alberati né i bei palazzi. Inoltre, essendo molto più a sud, fa più caldo: sono le  8,30 e si superano già i 30°. Di buon passo percorriamo il chilometro ca. che separa il nostro albergo dalla fortezza, l'Arg Karim Kan: color ocra, cinta da mura merlate e da quattro tonde torri possenti. Quella sul lato ovest è curiosamente inclinata. All'interno un bell'agrumeto dà ombra e frescura; al centro l’immancabile, grande vasca d’acqua, rettangolare. Lungo i portici che circondano il giardino si aprongiardino_vascao le stanze del museo degli abiti, mentre in altre alcuni artigiani sono al lavoro: c’è chi intaglia il legno, chi crea intarsi in madreperla e argento su scatoline di legno, chi dipinge… Terminata la visita alla fortezza/museo ci dirigiamo ad uno dei quattro bazar della città: il Vakil Bazar. Visitiamo la Moschea che fiancheggia l'ingresso, poi entriamo sotto le fresche volte del bazar coperto. Brulica letteralmente di gente. Notiamo parecchie donne nomadi, riconoscibili per le vesti colorate che fanno capolino tra i neri chador. Passeggiamo al suo interno parecchio, soffermandoci a curspezie_al_bazariosare le merci esposte. Qua i venditori sono più avvezzi ai turisti, ci chiamano da un banco all'altro per attirare la nostra attenzione su quanto espongono. Che differenza con Tabriz! La nostra meta successiva è la Moschea del Venerdì, detta anche degli Specchi. Arriviamo intorno a mezzogiorno e i primi problemi sorgono subito, all'ingresso. Mencris_e_spezietre i guardiani fanno subito entrare gli uomini, le donne devono entrare in uno stanzino, dove l’addetta al controllo fa aprire le borse, poi indica di lasciarle in deposito, insieme a cellulari e macchine fotografiche. Rifiutiamo e raggiungiamo K e Paoletto al cancello. Anche a loro è stato detto di lasciare gli apparecchi fotografici ed hanno rifiutato. Segue una lunga trattativa con gli addetti, che, alla fine fanno segno che possiamo entrare, ma non prima che una donna arrivi con due chiari chador che ci obbliga ad indossare. Me lo chiude bene davanti. Aiuto! Imprigionata là sotto, sto letteralmente schiattando dal caldo! Finalmente, così conciata, posso entrare, inciampando e calpestando il mantellone ad ogni passo. Il complesso è vasto. Alte mura circondano un grande cortile, con una vasca d'acqua al centro, affollato da decine di persone sedute a terra, all’ombra di giovani alberelli. Su un lato sorge la Moschea degli Specchi, sull’altro quella d’Oro. Il colpo d’occhio è notevole. Non possiamo però visitare da soli la Moschea che è considerata luogo sacro poiché contiene le spoglie di un martire della rivoluzione. Ci guida durante la visita l’addetto del  Ministero dei Pellegrini, non prima di moschea_degli_specchiaverci elencato le regole da seguire, tra cui il divieto di scattare fotografie. E' magnifica! Restiamo senza parole! Soffitto e pareti sono interamente ricoperti da milioni di frammenti di specchi che luccicano riverberando una luce argentea. Al centro della sala si trova la tomba del martire. Alcune persone baciano le grate che circondano la tomba, mentre altre, inginocchiate, pregano. Non possiamo però entrare nella seconda sala e veniamo accompagnati all’uscita. Il funzionario ci conduce ad un secondo cortile, più piccolo, dove si trova ucristina_chadorna moschea più antica. Ci spiega che dopo la preghiera potremo entrare nella grande moschea d’Oro. Saluta e se ne va. Ci aggiriamo nel colonnato e nelle sale vuote, scattiamo parecchie foto, lì è consentito, poi rientriamo nel primo cortile. Lo percorriamo sotto gli sguardi dei fedeli seduti sui tappeti, all'ombra di stenti alberelli. Giunti davanti alla grande fontana, vedendo un altro turista scattare foto lo facciamo anche noi, poi, tolte le scarpe, ci avviamo all’ingresso della Moschea principale, il cui interno rifulge d'oro. Errore gravissimo! All'interno stanno ancora terminando la preghiera e non è consentito agli infedeli accedervi. Paoletto e la moglie che erano già entrati, vengono scortati fuori, mentre Knut ed icasa_del_theo veniamo invitati a scendere le scale ed allontanarci. Sbalorditi dall’atteggiamento bellicoso dei guardiani ci sediamo su uno scalino per infilare le scarpe e, secondo errore… calpestiamo con le suole il tappeto che copre l’ultimo gradino. In men che non si dica siamo circondati da un capannello ostile; intanto sopraggiunge di corsa il funzionario dei pellegrini, che ci sgrida per avere scattato fotografie, poi tutti quanti ci scortano all'uscita. Ne ho le palle piene e vorrei disfarmi subito del lenzuolone che da un'ora mi copre da capo a piedi facendomi letteralmente inzuppare di sudore. Usciti dal complesso ci rinfiliamo nel fresco bazar. Pranziamo con due frullati all’'arancia e melone e con alcuni dolci fritti tipo i churrascos spagnoli. Dopo di ché giriamo a vuoto per un'ora alla ricerca di un'altra moschea da visitareanfitrione. Peccato che fino alle 16 non aprano e noi  non sappiamo dove sbatterci nell'attesa. Dopo infiniti giri dentro e fuori vari bazar ( ce ne sono quattro) facciamo conoscenza con una coppia di gentili iraniani di mezz'età che ci accompagnano in una casa del the molto particolare. E' tappezzata di fogli con le poesie scritte dal padre del proprietario. Apprendiamo dal nostro anfitrione che gli iraniani amano molto la poesia e che i poeti sono particolarmente onorati. Trascorriamo un'ora conversando piacevolmente coi nostri ospiti. Poi torniamo in albergo per rinfrescarci e riposare un po’.

2 luglio
Shiraz-Yazd


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Lasciamo l’hotel alle 8,10. Fa caldo, ci sono già 30° In uscita dalla città il traffico è bloccato a causa di un incidente. Superata la coda di curiosi che si accalcano, imla_stradabocchiamo la statale a due corsie, percorsa all’andata, in direzione nord. Ripercorriamo la strada dell'altro ieri per circa 160 km. Non appena si scende verso il deserto la temperatura s'impenna. Sudiamo, grondiamo acqua. Mi strapperei il casco dalla testa e, quando posso farlo perché ci fermiamo dai benzinai, mi tocca coprirmi con la sciarpa, grrrr!! Non c'è come trovarsi in mezzo a quest'arida terra, battuta da un vento bollente, per anelare un po' di verde, di ombra. Pranziamo, per modo di dire, con pistacchi, ceci secchi e uvetta sultanina, all’angolo di una strada, riparati da una tettoia e soprattutto beviamo acqua il_caricoa più non posso. Poi la strada sale in quota, fino a toccare i 2600 m. dove  provvidenziali nuvoloni coprono il cielo. Superata Taft si scende incris_nel_deserto breve tempo di mille metri e si precipita nel deserto del Dasht e Kavir del sud, avvolto dalla calura. L’aria è immobile, il termometro segna 43° quando arriviamo a Yazd. Percorriamo diversi chilometri per raggiungere la parte vecchia della città dove abbiamo pensato di alloggiare.  Troviamo l'hotel Mher Traditional N31°53.851' E54°22.025' solo grazie al solito giovanotto gentile che ci fa strada con la sua auto fin lì. E’ un albergo di fascino, situato in un edificio antico (250 anni) e magnificamente restaurato. La gentile ragazza alla reception ci mostra diverse camere. Ne scegliamo una che si affaccia sul cortile interno, che presenta una grande fontana circondata da alberelli e dallmher_traditional_hotele tipiche piattaforme sulle quali gli iraniani amano rilassarsi e pranzare. Trascorriamo il tempo che ci separa dalla cena in completo relax, stesi al fresco e aggiornando il blog.
 

 

 

 

 

 3 luglio
 Yazd
Giornata trascorsa esplorando la città vecchia, accompagnati dalla ragazza addetta alla resaghi_knutception. Avendo la mattinata libera Saghi si è offerta di farci da guida. Siamo partiti dall’hotel subito dopo colazione, verso le 9. Senza di lei non avremmo mai scoperto alcuni angoli insospettati quali i tetti del bazar, su cui abbiamo scorazzato scattando parecchie foto. Partiti dall'hotel Saghi ci ha condotto attraverso vicoli e vicoletti coperti, soffermandosi ad illustrarci le tecniche di costruzione dsui_tetti_del_bazarei muri degli edifici, in fango e paglia con l'aggiunta di sale affinché possa sciogliersi la neve d'inverno. Neve? Nel deserto? Sì, ci ha detto che capita che nevichi, siamo pur sempre sui 1200/1300 metri d'altitudine. Molte case, specialmente quelle delle persone agiate, hanno bei portoni in legno, divisi a metà, muniti di due differenti batacchi: uno a forma di anello, utilizzato dalle donne, l’altro a forma di zampa per gli uomini. Questa particolarità consentiva ai padroni di casa di capire se il visitatore era un uomo o una donna. Il giro è proseguito con la visita alla Jame Mosqe, che ha una sala per pregare in inverno ed una per l'estate. Poi è stata la volta del Santuario di Nosreddin. Infine Saghi ci ha portato ad un negozio di prodotti artigianali, Iran Carpet Fazeli (www.fazelicarpet.com) condotto da un simpatico ragazzo che, dopo torri_del_ventoaverci condotto nelle sale piene di splendidi tappeti ci ha permesso di salire sul tetto dell’edificio da cui si gode una bella vista sulla città. Da lì abbiamo potuto ammirare bene le torri del vento svettanti ovunque. Sono alti e larghi comignoloni che presentano feritoie su ogni lato. Ciò per ricevere e convogliare il minimo refolo d’aria nelle stanze sottostanti, rinfrescandole nelle torride estati. Il tour è proseguito lungo i vicoli. Ad un certo punto la nostra guida ci ha indicato un’apertura nella pavimentazione da cui una scala ripida s’inoltrava sottoterra. Sul fondo si trovava una cisterna dell'acqua. L’acqua è convogliata con un sistema di canali sotterranei, scavati dalle montagne circostanti fino alla città, dove si trovano parecchie cisterne come questa. Abbiamo poi visitato il Museo dell'acqua: è stato interessante, così come quello delle monete. Nelle ore più calde, quando la temperatura ha toccato i 44°, abbiamo passeggiato nei vicoli del bazar, sotto le cui alte volte l’aria è meno rovente. A pranzo tutti abbiamo optato per un freschissimo ed enorme frullato: mango e arancia per noi: OTTIMO! A fine giornata possiamo dire di aver percorso in lungo e in largo la parte vecchia della città a piedi, in autobus e in taxi. Siamo rientrati in hotel alle 15,00, orario d'inizio del turno di lavoro per la nostra simpatica guida.  Dopo il tramonto ci recheremo alla Porta d'ingresso della città per assistere ad uno spettacolo.

 

 

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