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17 agosto, Ulaanbaatar
Durante la notte la temperatura si è abbassata, tanto che all’alba Knut accende la stufa, oasis_guest_housecosì, dopo poco, un piacevole calore si diffonde nella gher. Restiamo al calduccio sotto le coperte fino alle 8,30; è bello poter poltrire un po’, sapere di non doversi alzare, caricare i bagagli, viaggiare per ore e ore su un camion che sobbalza continuamente sulle asperità delle piste procurandoti un terribile mal di schiena!
Oggi relax assoluto. Solo lettura, controllo attraverso il sito della DHL di dove si trova l’ammortizzatore, speditoci da Wilbers. Dopo moto_a_oasistanti giorni Cristina può collegarsi a face book, scrivere e ricevere messaggi dagli amici.
Abbiamo tutto il tempo necessario per fare conoscenza con alcuni degli ospiti: una simpatica coppia di olandesi, un giapponese solitario in moto, una coppia di tedeschi arrivati con un furgone dalla Germania.
Dopo colazione Sybil ci chiede gentilmente di trasferirci in una camera, situata nel corpo centrale dell’edificio, per lasciare la gher, che ha sei posti componenti_dei_due_teamletto, a due gruppi di partecipanti al Mongol Rally sopraggiunti durante la notte e sistemati provvisoriamente in una camera. Accettiamo volentieri e, dopo colazione, ci trasferiamo nella stanza, piccola, ma provvista di due letti a castello, poltroncina, tavolino e, quel che più conta, riscaldamento! A pranzo conosciamo i nuovi ospiti italiani, i simpaticissimi Team Bergamatti, quattro ragazzi di Bergamo, e i tre componenti del Team Casa Nostra. Alle 18, l’ora dell’aperitivo per noi italiani e di cena …per tutti gli altri, conosciamo anche altri due nuovi arrivati. Sono due irlandesi, Kevin e Mark, che a cavallo delle loro KTM hanno attraversato tutta la Siberia fino a Vladivostock, entrando in Mongolia dalla frontiera di Kiakta, la stessa da casanostracui noi usciremo, non appena potremo montare il nuovo ammortizzatore. Si crea subito un clima caldo e allegro ed è  un piacere trascorrere del tempo a conversare e scherzare con i simpatici ragazzi italiani. Anche con Kevin e Mark s’instaura un simpatico rapporto e trascorriamo la serata a scambiarci esperienze e dritte sulle strade da percorrere.

 

18 agosto, UlaanBaatar
Oggi siamo piombati in autunno! Piove a dirotto e fa freddo…speriamo che il tempo migliori i prossimi giorni! Non ci resta che girarci nel letto e riprendere a dormire.
Più tardi facciamo colazione nell’accogliente sala comune e trascorriamo il resto della mattinata a sistemare le foto, a pubblicarle sul blog e a leggere. Le ore scorrono pigre, il tempo non accenna a migliorare. Siamo fortunati ad avere una camera riscaldata perché gli ospiti sistemati nelle gher si aggirano sperduti nella sala comune, in cerca di uno spazio comodo e caldo in cui trascorrere la giornata. C’è chi vaga desolato, col bucato appena fatto in mano, cercando un posto dove appendere i propri indumenti ad asciugare; chi aspetta il proprio turno per fare la doccia e chi, come il giapponese solitario, si versa una tazza di the dopo l’altra, sorridendo a tutti. S’è instaurato un clima di cameratismo tra tutti gli ospiti, così ci si aggrega ora ad un gruppetto, ora all’altro, conversando piacevolmente.
La Oasis Guest House è un luogo particolare: la zona docce e bucato, ad es., è fruibile sybil_cristina_e_casanostraanche alla popolazione locale. In cucina due donne mongole aiutano Sybil che ha insegnato loro a cucinare piatti della tradizione tedesca, tra cui delle torte superlative! Sybil e il suo compagno, ora ex, purtroppo, l’hanno voluta creare così, come punto d’incontro tra diverse culture da un lato e, allo stesso tempo, per dare un aiuto alla gente del luogo, poverissima. Sybil è una persona meravigliosa, dotata di grande umanità e dinamismo.

 

19 agosto, UB
Oggi ci sorride una bella mattina di sole. La pioggia di ieri ha lavato il cielo, che ora si presenta più azzurro che mai, perciò decidiamo di recarci in centro per visitare la capitale. Sybil ci fornisce un depliant con l’indicazione dei mezzi di trasporto che raggiungono il centro città, una piantina e l’indirizzo della Guest House, in lingua mongola, da mostrare, in caso dovessimo prendere un taxi per tornare. Così, dopo colazione, ci avviamo a piedi verso la strada principale, intasata da un traffico pazzesco. Ci fermiamo alla fermata degli autobus e attendiamo quello che fa al caso nostro. Quando arriva vi saliamo, ma, chiedendo informazioni sulla fermata di piazza Suukbatar, scopriamo di aver sbagliato, perciò scendiamo alla fermata successiva. Dopo aver atteso invano il nostro autobus per una ventina di minuti, decidiamo di proseguire a piedi. Percorsi un paio di chilometri però, il mal di schiena torna a farsi sentire, quindi fermiamo un taxi e ci facciamo lasciare nella piazza centrale.  UB ha un traffico pazzesco... Altro che Milano nell'ora di punta! L'aria è inquinata dai gas di scarico dei veicoli e dalla polvere. La piazza è enorme; arrivati al suo centro scattiamo alcune foto alle due grandi statue: Gengis Khan, seduto su un grande trono, al termine di una imponente scalinata che conduce all’ingresso del parlamento, e l'eroe Suukbatar. Il forte vento spinge grandi nuvole bianche nel cielo e mi fa rabbrividire. Compiuto il periplo della piazza e scattate altre istantanee al grattacielo blu, che sembra una vela gonfiata dal vento, c'incamminiamo lungo Peace Avenue verso i Magazzini di Stato. Incontriamo tre dei ragazzi italiani componenti del Mongol rally Bergamatti e proseguiamo insieme, sono diretti ai Magazzini di Stato anche loro. Arrivati alla meta ci dividiamo, loro aspettano gli altri, mentre noi entriamo.  E' un grande edificio, somiglia alla Rinascente di Milano, persino nella disposizione delle merci ai vari piani, sette, con il bar/ristorante situato all'ultimo. Manca solo la terrazza con vista sul Duomo... Mi soffermo a curiosare tra i banchi che espongono prodotti dell’artigianato locale e al reparto del kashmir, dove vedo alcuni golfini che non mi dispiacciono a prezzi inferiori rispetto a Milano, ma… comunque troppo cari, perciò desisto. Knut tira un sospiro di sollievo...poi ci soffermiamo al piano dei prodotti elettronici e qui tiro io un sospiro di sollievo quando Knut si limita ad osservare e basta. Pranziamo seduti ai tavolini del ristorante all'ultimo piano, con due pizze, poi usciamo dal grande magazzino e torniamo verso la piazza centrale, percorrendo un'altra strada. Mentre passeggiamo mi sento a disagio, quasi mi sento mancare. Assumo un antistaminico, ma il malessere persiste, per cui fermiamo un taxi e ci facciamo portare alla Guesthouse, rimandando all'indomani la visita al Palazzo d'Inverno e al Museo di Storia Naturale. Più tardi mi sento meglio, così raggiungo Knut nella sala comune. Sta parlando con alcuni dei ragazzi italiani del Mongol Rally, in procinto di partire, gli altri lasceranno U.B. l’indomani.

 

 

 

 

lunedì 20 agosto
L’AMMORTIZZATORE E’ ARRIVATO !
Ci son volute 3 ore per andare e tornare in taxi dall' aeroporto…10 minuti per montarlo!
nuovo Poi salgo subito in moto per effettuare un giro di verifica…e, sì, ora è tutto a posto.
Domani si parte!!

la_soluzione_d'emergenza 

 

 

 

 

 

 

 

 

21 agosto
 Ulaan Bataar-Kyakhta  350 km ca.


Visualizza Da Ulaanbataar a Kyakhta in una mappa di dimensioni maggiori

 

Subito dopo colazione, chiusi i bagagli e saldato il conto, salutati gli amici irlandesi, partiamo dall’accogliente rifugio che ci ha ospitato per cinque lunghi giorni. Ci rechiamo alla sede locale della DHL per spedire alla Wilbers il nostro ammortizzatore rotto. E’ pazzesco il fatto che dobbiamo pagare noi le spese di spedizione anche di questo ( le abbiamo pagate per quello che ci hanno spedito e saranno a nostro carico anche quelle per spedire indietro il nuovo che abbiamo montato ieri!!)
Alla fine siamo riusciti ad uscire da UB solo alle 11,20, a causa del traffico allucinante e delle pessime condizioni delle strade. Mentre l’Adventure saltava come un cavallo sui numerosi avvallamenti, crateri e sconnessioni dell’arteria principale della capitale, siamo stati raggiunti da Kevin e Mark, gli amici irlandesi, e abbiamo proseguito insieme per un tratto. Successivamente le nostre strade si sono divise: loro diretti ad ovest, noi a nord. La giornata è bella, ma l’aria fredda: 10° ca. Ripercorriamo buona parte del tragitto fatto sul camion di Bayasaa cinque giorni fa. Il traffico per fortuna è scarso, una volta allontanatici da UB. Ci fermiamo vicino alla riva di un grande fiume per mangiare alcuni biscotti e del cioccolato, che ci ridiano un po’ di energie. Mentre mastico, battendo i piedi per il freddo, osservo i drappi di stoffa colorati, che penzolano dai rami degli alberi lungo il fiume Abbiamo raggiunto il posto di frontiera di Altanbulag Khyaht intorno alle 15,30. C’era una discreta coda, quasi tutti veicoli con targa della Mongolia, ma il soldato di guardia ci ha fatto passare avanti e, apertici i cancelli, ci ha consegnato i moduli d’uscita da compilare. Ce la siamo sbrigata in poco più di un’ora. Per superare la dogana russa abbiamo impiegato poco di più, grazie ad un’impiegata che ci ha assistito nella compilazione della modulistica e grazie al fatto che non ci hanno ispezionato i bagagli. Erano le 18,20 quando abbiamo messo piede, anzi ruota in territorio russo, dove, subito, abbiamo regolato gli orologi, spostando le lancette avanti di un’ora. Abbiamo cercato alloggio in paese, Kyakta, trovando un discreto hotel ( Drubahza, suite 2000 rubli (60 $) N50°20.849' E106°26.996'. Abbiamo parcheggiato la moto accanto a due moto con targa tedesca e, di lì a poco abbiamo conosciuto la giovane coppia che le guida. Abbiamo conversato e scambiato informazioni . Loro partiranno l’indomani per UB dopo essere rimasti fermi per tre settimane in Siberia, sulle rive del Bajkal a causa di un incidente che ha procurato al ragazzo la rottura di due costole. Dato che non vi sono sportelli bancomat i ragazzi ci cambiano le banconote mongole in dollari. E’ con quei pochi contanti che, più tardi, trovato un locale, riusciamo a cenare. Il paese è carino, ha una bella chiesa bianca dalle cupole a cipolla azzurre e grandi e basse case di legno, dipinte di azzurro, di verde, oppure lasciate nel colore naturale del legno.

Continua in RUSSIA!

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